Stavolta può davvero andar via. Lotito è stufo di Candreva, Pioli pure. Dice di tenere alla Lazio, non lo dimostra. Dice di voler restare, ha la testa altrove. Dice d'essere...
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FASCIA MALEDETTA
Dopo quattro mesi, torna lo spettro della fascia della discordia. La decisione sul nuovo capitano biancoceleste, tormentone del ritiro di Auronzo, aveva fatto emergere le prime crepe dello spogliatoio. Adesso sono voragini, soprattutto nel morale d'Antonio. Lotito e Tare gli avevano promesso di farne una bandiera in sede di rinnovo due estati fa. E in ritiro Pioli aveva rispettato il diktat societario. Poi il dietrofront su Biglia. Una mossa presidenziale ma anche un volere dello spogliatoio. Perché? La faccia e l'autorità “debole” di Antonio alla presentazione al Palaroller lo spiegano. Lui sul palco suggeriva coro per Mauri e Ledesma, ma solo Marchetti rispondeva all'iniziativa.
EMARGINATO DAL GRUPPO
La sera dopo non c'era alla cena della squadra, colpa della febbre. Ma l'eco di un coro lo raggiungeva sin dentro la stanza dell'hotel Auronzo: «Un capitano, c'è solo un capitano». Un motivetto intonato dai compagni a favore di Radu. Prima della Supercoppa, Candreva s'era rifiutato di prendersi i gradi di vice, salvo poi chiarire la questione con Pioli. Insomma lo spogliatoio non è mai stato stretto intorno a Candreva. E men che mai lo è ora: qualche settimana fa, dopo il ko di Bergamo, sul suo egoismo mugugnavano i compagni. L'esplosione di Anderson un duro colpo al suo ego. I due non si amano e in campo si vede. Antonio ultimamente s'illumina solo d'azzurro. Con la Nazionale 4 gare e 4 assist. In biancoceleste invece quattro prestazioni, una peggio dell'altra. Tanto che Pioli lo ha costretto a partire lo stesso per la Norvegia mentre il resto dei big erano a riposo. Il centrocampista del record (12 centri), è ancora a digiuno in campionato, fermo a un “misero” assist alla prima col Bologna. Sempre più fratello d'Italia e sempre meno figlio della Lazio. E ora, nonostante sia legato a Roma da motivi familiari, rischia di parlare pure spagnolo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero