Roma, i guai sono in mezzo: a Fonseca manca il playmaker

Roma, i guai sono in mezzo: a Fonseca manca il playmaker
Ciak si gira. Per la prossima stagione, una delle priorità della Roma - oltre al vice Dzeko - sarà quella di acquistare un regista. Uno di ruolo, che regali...

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Ciak si gira. Per la prossima stagione, una delle priorità della Roma - oltre al vice Dzeko - sarà quella di acquistare un regista. Uno di ruolo, che regali più qualità al reparto. Quest’anno Fonseca ha dovuto fare di necessità virtù, adattando Cristante. Bryan ha dato la sua disponibilità ma alla lunga ha inevitabilmente fatto fatica in una posizione non sua. L’uomo d’ordine per un certo periodo l’ha fatto allora Diawara che ha impiegato un po’ a capire cosa gli chiedesse Paulo, arrivando da una realtà tattica diversa come ammise il giorno della sua presentazione: «Sono abituato a giocare a tre ma mi adatterò anche a due». Lo ha fatto anche bene, regalando equilibrio pur non eccellendo in qualità.


QUALITÀ NEL MEZZO
Adattarsi, del resto, vuol dire adeguarsi. Così, dopo un anno nel quale Paulo a Trigoria è stato costretto a fare il trasformista, ora proverà a dettare linee più chiare sul mercato. Perché se è vero che nel calcio moderno «tutti devono saper far tutto» (Pellegrini dixit), probabilmente la specificità del ruolo è una delle caratteristiche che in questa stagione non è stata propria della Roma. Regista, quindi. Che poi sia un calciatore come Jean Michael Seri - avuto quando Fonseca stava al Paços Ferreira (ora di proprietà del Fulham, in corsa per tornare in Premier, ma in prestito al Galatasaray) - o Lucho Gonzales (al Porto) oppure Luiz Carlos, metronomo ai tempi del Braga o l’esplosivo Fred, allenato allo Shakhtar, dipenderà dalle occasioni di mercato e dalla disponibilità economica del club. L’identikit però è chiaro: un regista di ruolo con qualità nei piedi. Anche perché su Diawara rimane il punto interrogativo legato all’operazione chirurgica a fine stagione mentre Cristante potrebbe essere sacrificato in ottica plusvalenze. Non a caso i fari a Trigoria si sono accesi su Mandragora. Il calciatore è di proprietà dell’Udinese che ha un gentlemen agreement con La Juventus per restituirlo in estate a 26 milioni, dopo averlo pagato 20. Roma e Juve qualche settimana fa avevano abbozzato l’idea di uno scambio di cartellini inserendo l’ex atalantino: valutazione intorno ai trenta milioni per entrambi e plusvalenze garantite. Il Covid-19 ha però messo l’affare in stand-by. 

STILE BARÇA

Le società, infatti, vogliono prima capire come si evolverà il mercato e se la svalutazione del 28%, pronosticata dal Cies, sarà realmente effettiva. Non va dimenticato come il calcio che ripartirà, lo farà probabilmente su altri parametri. Il momento di difficoltà lo si evince anche dal taglio dei compensi che i calciatori sono pronti a sobbarcarsi, anche alla Roma. Per ora Dzeko e compagni si offrono di rinunciare al 70% dello stipendio di marzo (i dirigenti lo faranno per intero) più la spalmatura delle altre tre mensilità sui prossimi bilanci. Soldi che la squadra si auspica possano andare ad integrare la cassa integrazione che ha già iniziato a colpire a rotazione i circa 200 dipendenti del club.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero