Roma, l'obiettivo è trattenere Smalling a (quasi) tutti i costi

Roma, l'obiettivo è trattenere Smalling a (quasi) tutti i costi
La speranza di trattenere Smalling sta facendo spazio alla consapevolezza che determinate cifre, per un trentenne, sono difficilmente sostenibili. Un’operazione che tra...

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La speranza di trattenere Smalling sta facendo spazio alla consapevolezza che determinate cifre, per un trentenne, sono difficilmente sostenibili. Un’operazione che tra cartellino (almeno 20 milioni la richiesta del Manchester United) e contratto triennale al calciatore (da 3 milioni netti all’anno che lordi diventano 5,5) rischia di “pesare” sulle casse del club quasi 40 milioni (37). Per questo motivo a Trigoria stanno valutando delle alternative. Al momento il profilo che intriga maggiormente è quello del 33enne (compleanno festeggiato ieri) Vertonghen che a fine stagione si libererà dal Tottenham. Nei giorni scorsi il belga, che ha come priorità quella di giocare, ha aperto alla possibilità di approdare nel nostro campionato: «Mi affascinano Spagna e Italia e ho già ricevuto qualche offerta». Non ancora dalla Roma. E probabilmente nemmeno dall’Inter che rimane, qualora il difensore dovesse optare per il nostro paese, la rivale più insidiosa. Tuttavia Conte, s’è preso ancora un po’ di tempo per decidere. Il timore del tecnico è che l’arrivo di Vertonghen possa bloccare l’ascesa di Bastoni per il quale quest’anno ha relegato in panchina addirittura Godin.


I PARAMETRI

L’operazione non è semplice ma il profilo di Vertonghen, per ora, è quello che a Trigoria viene tenuto in maggiore considerazione, qualora lo United non dovesse scendere nella richiesta per Smalling. Il centrale del Tottenham guadagna tre milioni più un bonus di ulteriori 1,5 che scatta alla quindicesima presenza. I parametri che la Roma s’è imposta per la prossima stagione sono noti: tetto individuale di 3 milioni, evitando di far lievitare gli stipendi in maniera surrettizia con i classici benefit alla prima presenza o in caso di salvezza del club. Tuttavia per essere competitivi sul mercato, i premi negli accordi inevitabilmente saranno presenti ma per traguardi “reali” come una qualificazione alla Champions, la vittoria di una coppa (o dello scudetto). Obiettivi che, se raggiunti, procurerebbero una soddisfazione economica reciproca per il calciatore e la società. In quest’ottica, il filo conduttore che stanno seguendo a Trigoria è quantomai logico: se era stato messo in preventivo di spendere 15 milioni per il cartellino di Smalling, si potrebbe offrire lo stesso contratto triennale (particolare non da sottovalutare per un 33enne) di 3 milioni più bonus a Vertonghen, al quale poi abbinarci un premio alla firma. Che per quanto oneroso possa essere, non si avvicinerebbe mai a 15 milioni. È chiaro che il tutto è subordinato all’accesso in Champions. Sia per garantire un palcoscenico internazionale al belga che per avere la liquidità necessaria per sostenere un’operazione del genere.
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Il Messaggero