Latina 1932, Pezone si fa da parte: «Cambiate le carte di navigazione»

Leonardi, presidente del Latina 1932. Prima grana con l'addio di un socio
Costituita sei giorni fa, la società Latina calcio 1932 perde già un pezzo. Ha ceduto questa mattina la sua quota Antonio Pezone. L'imprenditore proprietario del...

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Costituita sei giorni fa, la società Latina calcio 1932 perde già un pezzo. Ha ceduto questa mattina la sua quota Antonio Pezone. L'imprenditore proprietario del Racing che avrebbe voluto giocare nel capoluogo ma che la Federcalcio ha costretto a disputare il campionato di serie C a Fondi e che, comunque, aveva dato la disponibilità alla cordata chiamata  a far ripartire il calcio nel capoluogo pontino.


A rappresentare l'imprenditore c'era Pino Selvaggio, ex calciatore e già capitano del Latina, ma da subito c'erano state frizioni in società e sui ruoli e sulla guida tecnica. Tra l'altro il 3 agosto scade l'iscrizione alla D che il Latina farà in sovrannumero, ma tra le diverse "anime" della società mancava sintonia. Così Pezone ha deciso di uscire e ha scritto una lettera aperta «Con questo comunicato voglio fare chiarezza su quanto mi vedo costretto ad accettare, ovvero, lasciare quella quota in seno alla neonata Latina Calcio 1932 che, rappresentata onorabilmente da mr. Selvaggio, incorporava la mia azienda, il mio know how e la mia cultura sportiva». 
 
Si comprende che Pezone si era affidato a Selvaggio per gestire la parte tecnica e riferendosi a Selvaggio afferma: «Grazie a lui avevamo contattato professionisti di livello primario ai quali avremmo voluto affidare le varie direzioni della squadra, confrontandoci con quei soci che ci hanno appoggiato e dicendo a quelli ai quali non siamo piaciuti che avrebbero cambiato idea col tempo e con la conoscenza reciproca.  Avremmo voluto spiegare i nostri progetti e come, tra un anno, avremmo potuto integrare le eccellenze della "1932" con la mia "Racing" che, non è più un segreto ormai, vorrò far venire qui a Latina, quando le norme me lo permetteranno». 
 

Cosa che non si è rivelata «perché da buon imprenditore sono abituato a fare il capo e a decidere da tale. È un difetto forse, nella vita, ma non nel lavoro. Non riesco a modificarmi.   Nel bene e nel male, Antonio Pezone è come appare, né più né meno. Diretto, risoluto, schietto. Vincente».   L'imprenditore sostiene che questo gli era stato promesso «ma oggi sono cambiate le carte nautiche della barca che mi si è chiesto di aiutare»   Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero