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BUFERA SPOT
Tre mesi di astinenza, trascorsi con la morte negli occhi e nel cuore a causa del virus, non hanno evidentemente strappato il calcio dagli affetti degli italiani. Anche se l’amore per lo sport più popolare sembra non essere più totalmente cieco se è vero, com’è vero, che la Rai ha subito moltissime critiche attraverso i social per la pubblicità che ha oscurato buona parte del minuto di raccoglimento. Sul prato dello Stadium deserto, infatti, c’erano un medico, un infermiere e un’operatrice socio-sanitaria in rappresentanza degli eroi che negli ospedali italiani hanno combattuto - e stanno ancora combattendo - la guerra con la malattia e in ricordo di chi non ce l’ha fatta. Il carico di spot eccessivo, giustificabile con le logiche commerciali di ripartenza dopo la lunga pausa, è apparso come una mancanza di rispetto. Brutta figura, ma non peggiore di quella fatta dai tedeschi che al ritorno in campo della Bundesliga - con audience da finale di Champions League - hanno completamente dimenticato di commemorare le vittime del Covid.
VERSO LE PORTE APERTE
Nella più splendida tradizione del nostro calcio, però, Juve-Milan ha “dimenticato” di regalare i gol: otto milioni e mezzo di telespettatori per uno zero a zero. È vero che c’è stato tutto il resto - rigore decretato dal Var, tiro dal dischetto di Ronaldo finito clamorosamente sul palo seguito da un’espulsione - ma, insomma, alla festa è mancato il festeggiato. Senza gol, però, la partita ci ha risparmiato di percepire l’assenza più pesante: quella del pubblico il cui rumore è la colonna sonora imprescindibile dello spettacolo. È come togliere le canzoni di Simon & Garfunkel dal film “Il laureato”. Ma, forse, le tribune torneranno a popolarsi già da questa estate. «Quando aprire gli stadi? Io mi auguro i primi di luglio. La prima settimana, massimo metà luglio», ha dichiarato il presidente della Figc Gabriele Gravina. «Questo significherebbe - ha detto il massimo dirigente del calcio italiano - che il nostro Paese ha eliminato quelle ultime restrizioni e che siamo usciti da questo momento particolarmente buio». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero