Scudetti, l'Europa studia come assegnarli. L'Inghilterra pensa a un "mundialito"

Mohamed Salah
Cenni di vita sul pianeta calcio, versante Europa, arrivano solo dalla Germania. La pandemia ha bucato il pallone, ma i tedeschi stanno cercanco di intravedere la luce in fondo al...

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Cenni di vita sul pianeta calcio, versante Europa, arrivano solo dalla Germania. La pandemia ha bucato il pallone, ma i tedeschi stanno cercanco di intravedere la luce in fondo al tunnel e di farlo rimbalzare di nuovo. Il Borussia Dortmund ha ripreso ad allenarsi ma con le dovute precauzioni: massimo due giocatori insieme e a distanza. Per l'ex amministratore delegato della Lega, Andreas Rettig, far terminare la Budesliga anche se con l'odiosa formula delle "porte chiuse" è necessario per aiutare le persone: «La gente ha bisogno di qualcosa che desidera e di cui parla».  Calcio come "arma di distrazione di massa" è il giusto calembour.

Chissà se la Lega tedesca porterà questa istanza nella conference call che la Uefa ha convocato per domani alle 12 con le 55 Leghe europee per fare il punto della situazione e capire se ci sono novità sostanziali sulle quali poter edificare una previsione di ritorno all'attività. In Germania le restrizioni governative hanno per ora validità fino al 20 apruile e il calcio è sospeso almeno fino al 30 aprile. Stesso termine che si è data la Premier League inglese. Il torneo in questo monmento più bello e più seguito del mondo aveva nel Liverpool il suo vincitore designato: 25 punti di vantaggio sul Manchester City, a due vittorie dalla conquista aritmetica del titolo che ad Anfield Road manca da 30 anni. Se in un primo momento le squadre sembravano disposte a riconoscere la vittoria dei Reds in caso di sospensione definitiva della competizione, ora è emerso un orientamento diverso: si vuole comunque finire il torneo. Come? Trasformando la Premier League in un mondiale per club. La formula: 20 squadre in ritiri isolati con partite disputate in pochi stadi selezionati e, ovviamente, le 92 partite rimanenti da giocare a porte chiuse. Un tour de force tra giugno e luglio, pur di salvare la stagione e non rovinare l'inizio della prossima. «La Liga terminerà al 100%», ha garantito l'avvocato Javier Tebas a capo dei club spagnoli che, però, sono per gran parte scettici sulla possibilità di farcela vista la violenza con la quale il Covid-19 si è abbattuto sulla penisola iberica (il Valencia ha denunciato 25 giocatori positivi al tampone...).

C'è da salvare il salvabile. Probabilmente una decisione definitiva non verrà comunicata a breve. La Uefa vuole arrivare ad una linea comune almeno nei campionati principali, perché anche lei vuole concludere Champions ed Europa League. Ci sono in ballo gli introiti commerciali e (soprattutto) televisivi. La serie A ha quantificato in 700 milioni il danno causato da questo stop se dovesse impedire la fine dei tornei. In Francia la Ligue 1 sta facendo i conti col primo accordo saltato o molto a rischio: Canal + non vuole pagare la rata di aprile dei diritti per trasmettere un campionato che non c'è più. Una rata da 110 milioni di euro. Ognuno in questa situazione catastrofica bada ai suoi bilanci. Scudetti assegnato o no, il calcio va incontro a un ridimensionamento epocale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero