Dybala: «Col coronavirus stavo male e avevo paura. Sul taglio stipendi alla Juve c'erano opinioni diverse»

Dybala: «Sul taglio stipendi alla Juve opinioni diverse ma alla fine è giusto così»
«Chiellini ha parlato con il presidente, poi con il gruppo. Ne abbiamo parlato in chat: c'erano opinioni diverse, c'erano giocatori a cui mancavano una o due partite...

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«Chiellini ha parlato con il presidente, poi con il gruppo. Ne abbiamo parlato in chat: c'erano opinioni diverse, c'erano giocatori a cui mancavano una o due partite per raggiungere una clausola, ma questa era la cosa migliore da fare». Sono le parole del fuoriclasse argentino della Juventus, Paulo Dybala, in merito al taglio degli stipendi deciso da club e giocatori.

L'argentino ha parlato del suo rapporto con Cristiano Ronaldo, star indiscussa del gruppo: «Cristiano è una persona fantastica e molto socievole, tranquillissima all'interno e all'esterno dello spogliatoio. Dà l'impressione di essere uno spaccone, ma non ha nulla a che fare con tutto ciò. Una volta gli ho anche detto che in Argentina lo odiavamo per questo e si è messo a ridere».
Chiaramente il discorso poi è andato alla malattia, alla Covid-19 che sta terrorizzando il mondo e che lui ha affrontato e battuto assieme alla fidanzata: «Ogni giorno qui muoiono molte persone, le cose vanno molto male. Non si riescono a gestire più i casi, ecco perché molti Paesi hanno inviato i loro medici. Non è una ca…, bisogna stare attenti. Le persone devono stare a casa». «È una cosa psicologica - dice l'argentino -, all'inizio hai paura ma adesso va bene. In questi giorni non abbiamo avuto sintomi. Prima mi stancavo più in fretta -prosegue l'attaccante-. Volevo allenarmi ma dopo cinque minuti ero già senza fiato. E lì abbiamo capito che qualcosa non andava bene, poi i test ci hanno rivelato che eravamo positivi al virus».
Dybala spiega poi i primi sintomi al Covid-19. «Avevo una brutta tosse, mi sentivo stanco e quando dormivo sentivo freddo. All'inizio non ho pensato a cosa potesse essere ma la cosa era successa ad altri due compagni e l'ultimo ero io. Avevamo mal di testa, ma era consigliabile non prendere nulla. Il club ci ha dato delle vitamine e col tempo ci siamo sentiti meglio». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero