L'Italia al femminile mette ko i pregiudizi

L'Italia al femminile mette ko i pregiudizi
Nei prossimi giorni, ai Mondiali in Francia, proverà a vincere sul campo, ma la Nazionale femminile ha già vinto la sua partita più difficile, quella contro i...

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Nei prossimi giorni, ai Mondiali in Francia, proverà a vincere sul campo, ma la Nazionale femminile ha già vinto la sua partita più difficile, quella contro i pregiudizi, un avversario impalpabile, ma feroce e infido. È l’intero movimento del calcio femminile in Italia che prova a scrollarsi di dosso vecchie diffidenze, sospetti e qualche facile ironia di un ambiente maschilista e poco liberale, anche sul piano della sessualità. 


Quante volte abbiamo sentito ripetere con aria di scherno o di malinteso sarcasmo: «Andate a cucinare e a fare l’uncinetto». E invece, il nostro calcio femminile sembra aver voltato pagina. Almeno sul piano dei numeri, con il sostegno di una Federcalcio convinta di un progetto nuovo, in linea con le più grandi Federazioni del mondo, se si considera la “presa” che il settore ha negli Stati Uniti o in Giappone, nel Nord Europa, ma anche in Germania, Francia, Inghilterra, con oltre 1milione e 270mila tesserate. In Italia, siamo saliti a quasi 24mila, più del 50% under 18. Entro il 2020, i club di A e B sono obbligati a tesserare almeno 20 ragazze Under 12 per creare un vivaio e 10 società di vertice (tra cui Juve, Roma, Milan, Fiorentina, Atalanta e Sassuolo) hanno già una squadra in A. Tocca ora alla Nazionale dare una spinta decisiva, sul piano dell’entusiasmo e della credibilità del calcio femminile, anche per migliorare la 15esima posizione nel ranking, guidato dagli Stati Uniti. 


Sky e Rai hanno già assicurato la copertura delle 52 partite dei Mondiali, dal 7 giugno in Francia. Dopo 20 anni di assenza, le Azzurre guidate da Milena Bertolini torneranno in scena, affrontando subito Australia, Giamaica e Brasile.«Chiamatemi miss e non mister», ha scherzato il CT - pardon, la CT - Milena Bartolini. Che poi si è lanciata in una profezia: «Saranno le donne a salvare il calcio». E forse, a ben vedere, sono le uniche che possono riuscirci. In campo ma anche fuori, migliorando i comportamenti e placando i bollori di certi uomini.
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Il Messaggero