Caicedo, un gol per tornare ad essere Felipe

Caicedo, un gol per tornare ad essere Felipe
dal nostro inviato GENOVA Un cuore disegnato con le mani subito dopo il gol. Felipe Caicedo è l’uomo della...

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GENOVA
Un cuore disegnato con le mani subito dopo il gol. Felipe Caicedo è l’uomo della provvidenza biancoceleste. Dalle stalle alle stelle nel giro di una settimana. L’ecuadoregno domenica aveva procurato il rigore della discordia contro la Fiorentina. Un intervento contestato che era costato due punti. Ieri l’attaccante laziale quei due punti se li è ripresi. Milinkovic gli serve un assist al bacio ma lui, pensando di essere in fuorigioco, lascia scorrere la palla per Immobile. Il tiro di Ciro viene rimpallato da Viviano ed è qui che la dea bendata ci mette il suo tocco. Il pallone torna proprio sui piedi di Caicedo che quasi incredulo calcia in porta. Tre punti e settima vittoria esterna. I compagni lo sommergono in un abbraccio che ha il sapore di tante cose proprio mentre Mazzoleni ascolta il suo assistente al Var e la Sampdoria protesta chiedendo il fuorigioco. Tutto regolare. Finalmente l’ecuadoregno può esternare tutta la sua gioia mista alla rabbia per quello che era accaduto la settimana scorsa. Un filo d’amore che parte da quel suo cuore disegnato in aria e arriva fino alla panchina laziale dove Inzaghi, praticamente stremato, crolla tra le braccia di Lulic e Leiva.

DI VAR IN VAR

Prima rete per Caicedo in campionato, la terza in totale considerando le due in Europa League. Un gol che ha il sapore della liberazione dall’incubo: «Per me è stata una settimana difficile come per tutti, quel rigore contro la Fiorentina era un po’ ingiusto, non c’era ma oggi abbiamo fatto bene e dobbiamo continuare così. La squadra è forte». Una vittoria che ha restituito morale e consapevolezza di essere un gruppo forte: «Sono contento per tutti i ragazzi e per la squadra, volevamo vincere questa partita. Sapevamo che non era semplice, la Sampdoria è forte in casa e gioca bene, non aveva perso nessuna partita finora fra le mura amiche. La Lazio è tornata come quella di qualche settimana fa, il mister ce l’aveva detto che dobbiamo giocare così: con intensità, forza e compattezza. Penso che si sia visto, dobbiamo continuare così e fare quello che è stato fatto oggi fino alla fine». Infine inevitabile non parlare della Var. Consultata per convalidare il suo gol ma non per punire il fallo di mani in area di Bereszynski: «Dobbiamo essere superiori, non mi piace parlarne. Dobbiamo essere forti, per non essere penalizzati».
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Il Messaggero