In coda a una corsa che si è allungata per 40 giornate tonde, il Cagliari è tornato di nuovo in Serie A. Promosso. E, a guardare il calendario, ha pure compiuto...
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Per ottenere il conforto della matematica, in realtà, aveva bisogno di raccogliere anche soltanto un punto, la formazione di Massimo Rastelli. Ne ha collezionati tre. Così i contorni della vetta della B adesso appaiano più nitidi: perché, considerando che il Cagliari ha appena raggiunto il Crotone già accreditato da una settimana, da ora l’ultima poltrona riservata alle promozioni se la contenderanno nei playout il Trapani, il Bari, il Pescara, lo Spezia, il Cesena e la Virtus Entella.
Come era immaginabile, il fiume della felicità ha inondato subito le strade e le piazze di Cagliari, oltre che il gruppo guidato e allenato da Rastelli. E va certo sottolineato che i rossoblù abbiano meritato pienamente di lasciare la Serie B dopo avervi trascorso giusto una stagione. È stato un decollo lento, talvolta perfino turbolento, di sicuro inesorabile. La squadra, per dirne alcune, ha conquistato 23 vittorie nell’arco di 40 partite ed è riuscita nel capolavoro di aver firmato la bellezza di 73 reti. Inutile annotare che nessuno, in B, abbia totalizzato numeri migliori durante la stagione attuale.
Ma il vero prodigio l’ha portato a compimento il tecnico Rastelli, 47 anni, campano di Torre del Greco. Era tutt’altro che facile, d’altronde, ricevere tra le mani un club appena retrocesso, curarne le ferite tattiche, rinnovarne le capacità e accompagnarlo, nel chiudersi di nove mesi, lungo la via della risalita. Un grande lavoro. Fedele al 4-3-1-2 ma non allergico alla difesa a tre, Rastelli ha colmato le lacune connesse al ritiro del capitano Conti e ha affidato la fascia a Dessena: poi si è dedicato ad eleggere una formazione di titolari. Ecco allora Storari e Pisacane, Ceppitelli e Murru, Salamon e Di Gennaro, Fossati e Sau. Senza dimenticare naturalmente la coppia brasiliana costituita da João Pedro e da Diego Farias, autori rispettivamente di 13 e di 14 gol stagionali. Grandi, davvero. Come infinita, ora, è la gioia di un’isola intera.
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Il Messaggero