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Partiamo dall’immediato futuro: domani, Roma-Juve, arbitrerà Massa, che per la cronaca è il direttore di gara che ha espulso Mourinho durante l’ultima sfida contro il Napoli dopo una plateale protesta per un fallo - a suo dire - non fischiato su Zaniolo. Quanto a Chiffi, invece, il direttore di gara di San Siro, non è tra i designati per la prossima di campionato. Magari è una semplice rotazione, ma la sua performance dell’altra sera non è piaciuta ai vertici Aia. Passano le settimane e a quanto pare, come sostiene Mourinho, gli episodi contro la Roma non si compensano ma si accumulano, giornata dopo giornata. Diciamo che in questo, almeno in questo, la Roma ha trovato la sua continuità. Già, perché non si spiegano solo con gli errori arbitrali i soli 32 punti in classifica: la rosa, la mancanza di qualità, il carattere e così via. Ce n’è. Gli errori arbitrali spiegano solo in parte, ma qualcosa dicono. La Roma si è fatta sentire e con i vertici Aia parla in continuazione: i rapporti sono buoni, la posizione della Roma è chiara, così come quella dei direttori di gara, che in passato hanno avuto problemi con Mourinho e con la squadra in genere, spesso considerata “ingestibile”.
I PRECEDENTI
«I criteri arbitrali sono stati così diversi, così opposti, che non riesco a capire quello che dobbiamo dire all’allenatore e ai giocatori.
Non concede il vantaggio quando segna Abraham, fischia invece il rigore (sbagliato poi da Veretout) e non lo fa ripetere nonostante Chiellini entri in area. «Mica è colpa mia se avete sbagliato il rigore» dirà il direttore di gara di Schio a Cristante nel tunnel che porta agli spogliatoi. Frase che fa infuriare ancor di più Mou e la società. Poi c’è Roma-Milan, con rigore concesso dall’arbitro Maresca - ritenuto molto generoso dal tecnico e come detto, da Pinto - e uno non assegnato alla Roma dopo un intervento di Kiaer su Pellegrini. A Bologna (arbitro Pairetto), le proteste di Mou, che quando è arrabbiato spesso evita di parlare dopo i match, per l’accanimento degli arbitri nei confronti di Zaniolo e per l’ammonizione - esagerata per la Roma - ad Abraham, che era diffidato (come Karsdorp, pure lui ammonito nel finale, quindi squalificato) e ha dovuto saltare la sfida con l’Inter. A Venezia le proteste più vibranti di Mou: arbitro Aureliano (l’altra sera era al Var): rigore concesso ai veneti per un contatto di Cristante con Caldara. José specificherà che è stato più il difensore a cercare il piede rispetto a Bryan. Un episodio tira l’altro, una dichiarazione tira l’altra. Poco è cambiato, però. Mou pensa di pagare, a distanza di anni, il suo atteggiamento ribelle mostrato ai tempi dell’Inter. Le famose manette. Possibile? Forse no, ma filtra che i direttori di gara non gradiscano troppo questo suo continuo lamentarsi. La partita, di sicuro, non è finita. E domani c’è Roma-Juve.
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Il Messaggero