Brasile, nessun giocatore con la maglia 24. L'accusa Lgbt: «Perché è il numero degli omosessuali»

Dall'Europa fino al Sud America questa è sicuramente l'estate dello sport, del calcio a essere precisi, soprattutto in questo caldo e afoso giugno in cui le...

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Dall'Europa fino al Sud America questa è sicuramente l'estate dello sport, del calcio a essere precisi, soprattutto in questo caldo e afoso giugno in cui le polemiche non hanno certo spento gli animi, anzi. Poi sì, ci sarà anche tempo per le Olimpiadi di Tokyo e anche quelle, possiamo immaginare, non saranno esenti da critiche.

A Euro 2020, oltre alla già questione annosa del Covid, c'è stato tempo e luogo per parlare anche di diritti civili: dal movimento 'Black lives matter' alla comunità Lgbt, i calciatori si sono spesi (o non l'hanno fatto per nulla) per portare avanti battaglie non solo ideologiche, ma anche e soprattutto fondamentali per il cambiamento della nostra società.

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Questa storia, però, quella del Brasile e della Copa America, fa un passo indietro rispetto a quelli che invece si sono fatti, in avanti ovvio, grazie alla Germania o al Belgio, o chi per loro. Infatti, nonostante Adenor Leonardo Bacchi, Tite, il commissario della nazionale verdeoro, abbia convocato 24 giocatori per disputare il torneo internazionale, nessuno di loro porta sulle spalle il numero 24. E no, non è un caso.

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Le due cifre in questione sono da sempre associate all'omosessualità perché nel 'Jodo do bincho', una lotteria illegale che spopola ovunque in Brasile, il 24 è il cervo, ovvero il 'veado', il cui suono non si discosta da 'viado', che invece significa 'deviante', o peggio: omosessuale. Un'onta che nessuno, da Neymar ad Alisson, passando per Firmino e Vinicius, è stato intenzionato a portarsi direttamente sulle spalle, e quindi la Seleçao è l'unica nazionale la cui numerazione va da 1 a 25.

Ad accorgersene è stato il Grupo Arco Iris, portavoce della comunità Lgbt, chiedendosi se si tratti solo di un caso o se l'omissione sia una cosa voluta. Ma la questione non si è fermata, anzi: la Confederazione calcistica brasiliana dovrà rispondere direttamente alla Corte di giustizia di Rio de Janeiro di questa 'casuale' esclusione del 24 dai numeri di maglia. 

 

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Il Messaggero