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Entra e decide il match. Felipe Caicedo torna a vestire i panni del guastafeste. Pochi minuti per mettersi in mostra allo stadio Grande Torino. Inzaghi lo butta nella mischia al posto di Correa. Gli basta una zampata al minuto 99 per prendersi la scena e regalate i tre punti alla Lazio. Il gol del 3-4 fa esplodere la panchina laziale. Quella dei granata cala nello sconforto. Il graffio del Panterone, come lo scorso anno, è ancora letale. In estate era ad un passo dall'addio. Ora sogna in grande e chiede spazio, anche in Champions.
ALL'ESORDIO
Crea e guasta. Andreas Pereira bagna con il gol l’esordio dal primo minuto contro il Torino. Non accadeva dal 2018 in casa Lazio: Nani l'ultimo a riuscirci contro il Benevento, sempre sotto la gestione Inzaghi. Il destro di prima intenzione del 26enne arriva al termine di un’azione da manuale. Pallonetto di Milinkovic per l’inserimento di Muriqi, girata di sinistro del kosovaro, sponda al volo di Patric e fucilata del brasiliano naturalizzato belga. Un vantaggio che la Lazio non riesce a difendere nell'immediato, prima di completare la rimonta e il sorpasso nella ripresa. Bremer pareggia i conti sugli sviluppi di un angolo, poi Belotti realizza il 2-1 su rigore. A causare il fallo sul “Gallo” è proprio Pereira che interrompe la corsa dell’attaccante, appena entrato in area. L’arbitro Chiffi è vicino, non ha dubbi e decreta la massima punizione. Reina intercetta, ma non trattiene. Unica macchia nella prestazione nel complesso positiva dell’ex Manchester United, che fino a quel momento non aveva fatto rimpiangere Luis Alberto, non convocato per la trasferta. La sua gara dura 45 minuti. All’intervallo, Simone Inzaghi lo richiama in panchina e manda dentro Akpa Akpro.
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Il Messaggero