Boxe, se il tecnico è anche consigliere della federazione: in Campania esplode il caso. Il Codacons scrive a Coni e Anac

Boxe, tenico e consigliere della federazione: in Campania esplode il caso. Il Codacons scrive a Coni e Anac
Sta diventando un caso, quello di un consigliere regionale della Federazione pugilistica che, al tempo stesso, è anche tecnico della polizia penitenziaria. Succede...

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Sta diventando un caso, quello di un consigliere regionale della Federazione pugilistica che, al tempo stesso, è anche tecnico della polizia penitenziaria. Succede in Campania (regione già provata da una bufera che ha portato a una squalifica di Federboxe ai danni del presidente della Federazione, del segretario e di 14 arbitri). e che viene evidenziato dallo stesso presidente del comitato regionale, Alfredo Raininger.  «A me dispiace molto. Alle passate elezioni» del Consiglio regionale - dice - «ho più volte ribadito che i tecnici nel momento in cui si candidavano dovevano scegliere una delle parti». Il tema è questo: allenatori che possono, nella stessa gara, indossare la casacca di una delle due parti del ring e, allo stesso tempo, vestire la casacca di un soggetto terzo, la Federazione.


Leggi anche ---> Boxe campana nella bufera: la Federazione ferma il presidente e 14 arbitri

Una delle situazioni che potrebbero palesare questo conflitto di interesse è quella di Giuseppe Foglia, allenatore del gruppo sportivo della polizia penitenziaria e, allo stesso tempo, consigliere regionale della Fpi (Federazione pugilistica italiana): situazione ben nota a Raininger. Un tecnico (dunque, una delle parti in gioco) può essere allo stesso tempo un consigliere? Di fatto, sì, perché la questione sarebbe stata già affrontata a livello di comitato regionale. Qui, a quanto pare, c’è un vulnus che rende possibile questo potenziale conflitto di interessi. A spiegarlo è lo stesso presidente della Federazione pugilistica campana Raininger. E’ lui a sottolineare che ci sono «delle situazioni contraddittorie che la Federazione stessa ha avallato. Se si consente a un tecnico di fare anche il consigliere regionale è qui che nasce la contraddizione. Questa persona dovrebbe rappresentare l’intera regione ed essere super partes: invece lo possiamo trovare all’angolo a incitare il rosso o il blu. Questo non va bene. Un consigliere non deve parteggiare per nessuno e deve essere assolutamente neutro. Questo è a mio parere un autogol o della Federazione o del Coni. Ciò che noto è che sicuramente è un fatto anomalo che non va bene e va assolutamente rettificato». 

E, quindi, cosa fare fino a quando non si potrà risolvere la questione burocratica e regolamentare? Raininger lascia intendere che sarebbe opportuno affrontare le eventuali violazioni nelle sedi opportune. «Nel momento in cui la cosa è segnalata, denunciata ed è anche provata, sicuramente si prenderanno dei provvedimenti», dice, riferendosi ad una recente gara, a San Prisco, Caserta (eliminatorie degli Assoluti), in cui lo stesso tecnico è stato notato più volte dietro al tavolo della giura, oltre che all'angolo dei suoi pugili.


Sul caso il Codacons ha deciso di vederci chiaro, dichiarando di voler investire della questione il Coni e l'Autorità nazionale anticorruzione (Anac). L'associazione, attraverso una istanza ai due enti, chiederà nelle prossime ore di avviare un’indagine sulla vicenda, per capire se ciò «possa in qualsivoglia modo penalizzare atleti e squadre o rappresentare un conflitto di interessi con possibili ripercussioni sul settore dello sport in regione». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero