Bonucci, attacco frontale alla Juventus: «Non mi avevano comunicato nulla, è stata un'umiliazione»

Bonucci, attacco frontale alla Juventus: «Non mi avevano comunicato nulla, è stata un'umiliazione»
Uno sfogo in piena regola. Con toni carichi di risentimento e parole, al vetriolo, che confermano quello che ormai si era capito da tempo: la rottura tra Leonardo Bonucci e la...

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Uno sfogo in piena regola. Con toni carichi di risentimento e parole, al vetriolo, che confermano quello che ormai si era capito da tempo: la rottura tra Leonardo Bonucci e la Juventus è insanabile e il contenzioso anche legale andrà avanti fino alla fine. È stata guerra aperta alla Continassa fino alla decisione di sbarcare a Berlino nel penultimo giorno di mercato. Oggi l’ex capitano della Juventus sceglie i microfoni di Mediaset per raccontare la sua verità e togliersi diversi sassolini dalle scarpe. 

 

«Ho letto e sentito tante cose non vere, vorrei partire da lontano. Del fatto che mi avrebbero messo a conoscenza di quella che poi è stata la situazione di questa stagione già ad ottobre dello scorso anno. Non c’è cosa meno vera, ad ottobre dello scorso anno anzi mi è stata data la possibilità di continuare alla Juventus con un rinnovo. Poi ho sentito un’altra cosa a seguito di un’intervista dell’allenatore, in cui è stato detto che io ero stato messo a conoscenza della situazione di nuovo a febbraio del 2023, quando mi era stato comunicato da allenatore e società che non avrei più fatto parte della Juventus. Io non ho avuto nessun colloquio con la società in quel periodo, ma ho iniziato ad annusare qualcosa quando leggevo sui giornali che non avrei più fatto parte dei piani della Juventus. Poi Manna e Giuntoli sono venuti a casa mia il 13 luglio. Umiliandomi dopo 500 partite, perché è stata un’umiliazione, mi hanno detto che non avrei più fatto parte della Juventus, della rosa, e anzi mi davano la possibilità di restare a casa altri giorni e che addirittura la mia presenza all’interno dello spogliatoio e del campo avrebbe ostacolato la crescita della Juventus»

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Il Messaggero