Da Peirò, Pedro e Mayoral, quando un bomber parla la lingua spagnola

Da Peirò, Pedro e Mayoral, quando un bomber parla la lingua spagnola
E’ una Spagna dominante, quella che Fonseca rilancia in campionato. Destini diversi degli attaccanti, storie differenti. Pedro, bene all’inizio da titolare, poi da...

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E’ una Spagna dominante, quella che Fonseca rilancia in campionato. Destini diversi degli attaccanti, storie differenti. Pedro, bene all’inizio da titolare, poi da dicembre non è più lui; Perez compare nei momenti di emergenza, quando i big non sono disponibili, a gennaio doveva essere ceduto. Infine Mayoral, il bomber vero: quattordici reti fin qui, sette in campionato (come il più blasonato Dzeko) e sette in Europa League, nella quale recita il ruolo di capocannoniere. Nella storia della Roma, di spagnoli non ne avevamo visti tanti, questo è un gruppetto anomalo (contando anche Villar, che non è un attaccante). Tra i giocatori spagnoli, ecco quelli che anno segnato più di sette reti con la maglia giallorossa: Borja Mayoral, appunto (che ieri grazie alla sua rete ha riscritto il nome di un attaccante nel tabellino, l’ultimo è stato Pedro dieci giornate fa), Peiró nel 1966-67 che concluse l’anno con 9 reti e Bojan nel 2011-12 che si fermò a 7 nell’anno di Luis Enrique, spagnolo (tecnico, però) anche lui. La Roma sta pensando di riscattare Mayoral, magari confermando il prestito per un altro anno. Lui ha dichiarato di trovarsi bene qui. «All’inizio ho avuto un po’ di dubbi, si sa che in Serie A le difese sono molto forti, gli attaccanti devono imparare a prenderle. Io la vedo come una sfida, ho giocato tre anni in Spagna e uno in Germania, adesso gioco in un campionato molto difficile per gli attaccanti. Ho trovato qualche difficoltà, non tanto a livello di gol, ma nel trovare gli spazi e affrontare tanti difensori e difese molto folte. È una sfida che mi sta stimolando, spero di continuare a segnare e imparare molto, godermi il calcio», le sue parole a Roma tv. 


PELLEGRINI VS VILLAR

Borja spera di trovare spazio anche giovedì con l’Ajax ma le scelte con il Bologna (Dzeko in panchina) fanno pensare al contrario. Spagnolo non attaccante, protagonista ieri, Villar che ha perso un pallone e costretto Pellegrini a un fallo da ammonizione (era diffidato, salta il Torino). Lorenzo si è infuriato con il suo compagno, reo di giocare con troppa leggerezza il pallone. Troppo innamorato. Segno di personalità, si dice. Sì ma poi in certi casi la squadra ne paga le conseguenze. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero