Folla commossa ai funerali di Bjorg Lambrecht, il Belgio saluta il suo giovane campione

Folla commossa ai funerali di Bjorg Lambrecht, il Belgio saluta il suo giovane campione
Il Belgio oggi piange il suo piccolo scalatore. A Knesselare nella chiesa di St. Willibrord si sono celebrati oggi, i funerali di Bjorg Lambrecht, il giovane...

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Il Belgio oggi piange il suo piccolo scalatore. A Knesselare nella chiesa di St. Willibrord si sono celebrati oggi, i funerali di Bjorg Lambrecht, il giovane ciclista morto lunedì scorso, per i danni riportati in una caduta, durante la terza tappa del Giro di Polonia. In chiesa, quella che doveva essere una funzione privata, si è trasformata in una cerimonia aperta a tutti, con maxi schermi fuori la chiesa, perché in tanti amavano questo prodigio del ciclismo. Aveva 22 Bjorg ed era diventato da poco professionista, ma nel mondo del ciclismo già tanti parlavano delle sue doti. Era piccolo e potente, un autentico scalatore. Bjorg era quello scalatore puro che in Belgio attendevano da anni, per vincere i grandi giri. Tanti sogni per lui, che si sono infranti in quella caduta in un fossato. Milza e fegato talmente compromessi, che qualunque tentativo da parte dei medici, per salvargli la vita, è risultato vano. Dentro e fuori la chiesa tante persone commosse per il piccolo scalatore. I primi ad entrare sono stati i suoi amici e colleghi della Lotto-Soudal, la squadra con cui Bjorg Lambrecht correva. C’era il team leader Marc Sergeant molto commosso e John Lelangue davanti a tutti. Un po’ più indietro a testa bassa Tiesj Benoot, Victor Campenaerts e Caleb Ewan. Anche gli ex compagni André Greipel e Nick Nuyens.


Strazianti le parole della mamma di Bjorg, che ha voluto ricordare la passione del figlio per il ciclismo e quell’enorme vuoto che non potrà mai essere colmato. «Da bambino potevi giocare con i tuoi sassi per ore, e subito li avevi trasformati  in un plotone di ciclisti. Hai corso la tua prima gara quando avevi dieci anni, con una bicicletta rosa. Pioveva tantissimo, ma l’hai finita la tua corsa e sei arrivato settimo. Non possiamo gestirlo. Il vuoto che hai lasciato è insopportabile». Il padre del giovane atleta non ha avuto la forza di prendere la parola in chiesa e ha lasciato che fosse un amico a parlare per lui. Il padre aveva definito Bjorg come una calamita, capace di attirare tantissime persone. Giovane e tanto amato. Il piccolo scalatore belga aveva anche un fan club, che si riuniva in un bar della sua città e sulle pareti c’erano le sue foto e le maglie della squadra con le quali aveva corso. Quando correva i suoi fan si riunivano nel bar per seguire la sua corsa, aspettando il grande appuntamento di agosto.


Tutti attendevano la Vuelta di Spagna, perché in quella corsa Bjorg si sarebbe confrontato con Egan Bernal, il vincitore dell’ultimo Tour de France. Bjorg ed Egan si conoscevano bene e da under23 avevano corso insieme tante volte, sfidandosi in salita. Bjorg non correrà mai più la Vuelta in Spagna e mai più ci sarà quella sfida con Bernal. Il giovane corridore belga ha chiuso troppo presto la sua carriera. Contro di lui un destino terribile, che lo ha portato a cadere, inspiegabilmente e sbattere contro un muretto di cemento. Un impatto terribile che ha tolto la vita ad un giovane ragazzo, l’astro nascente del ciclismo belga, quel piccolo scalatore nato in una terra senza montagne, ma che in salita sapeva correre davvero forte Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero