Biglia, l'uomo in più per il sogno europeo. L'argentino è il segreto della nuova Lazio

Biglia, l'uomo in più per il sogno europeo. L'argentino è il segreto della nuova Lazio
Dopo il divino assist, ecco la provvidenziale punizione: Biglia è un angelo biondo, fa impazzire il mondo. Il ct Martino presto lo riabbraccerà in Argentina, Pioli se lo...

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Dopo il divino assist, ecco la provvidenziale punizione: Biglia è un angelo biondo, fa impazzire il mondo. Il ct Martino presto lo riabbraccerà in Argentina, Pioli se lo coccola a Formello. Finalmente la Lazio benedice un gol dalla mattonella, dopo due anni di castigo. Una parabola da fermo non entrava infatti in porta dal lontano 27 novembre 2012 con l'Udinese: allora una magia del profeta Hernanes, domenica l'oracolo di Biglia nel sette. Un arcobaleno che catapulta i biancocelesti a un punto dalla Champions, a quattro lunghezze dalla Roma seconda in classifica. L'Europa è sempre più vicina coi passi leggiadri di Lucas. L'argentino che, d'altronde, con una strepitosa punizione aveva regalato lo scudetto all'Anderlecht, prima d'andar via dal Belgio. Il suo destro è così educato, che potete davvero urlare al miracolo: Biglia ha le stigmate di zio Redondo.




I NUMERI

La rete è un surplus, perché Biglia è la calamita del gioco. Fuori dal campo col Torino, con tanto di standing ovation dell'Olimpico, una manciata di minuti prima del triplice fischio. Saluti anticipati per manifesta superiorità, Lucas è un gigante: 78 passaggi effettuati (70 riusciti, il 90%), primato stagionale biancoceleste. Il precedente era di 77, guarda caso sempre di Biglia a San Siro. Quanto è mancato alla Lazio, l'argentino, dopo Genova. Neanche il tempo di tornare, che è già il playmaker “galactico” della Serie A: ecco perché Carletto preferiva lui al Real, e non il “figlioccio” Pirlo, per rimpiazzare proprio il suo idolo Xabi Alonso. Solo l'eccellenza può contrastare l'asfissiante pressing 2.0. E Biglia è il top per palloni recuperati (7), tackle (7). Non solo magia, è pure sostanza.



L'ARGENTO

Caput Lazio, Biglia. Tutte le palle partono dalla sobria perfezione della sua regia: 14 lanci - solo col Torino - per le sgommate (7 dribbling) di Candreva, sempre più assistman (19) del campionato. Antonio supera addirittura Tevez nei tiri in porta (31 contro i 28 dell'argentino). Una sua sventola fa sbloccare Miro a rete. Ma indovinate un po' chi s'era guadagnato la punizione? Ovviamente Biglia, fallo di Quagliarella su uno dei suoi soliti anticipi. Quelli che avevano fatto invaghire l'attuale ct Martino davanti alla tv a luglio: «Lucas è stato il giocatore che più mi ha impressionato nella finale in Brasile con la Germania». Domenica, ironia del destino, Biglia giocava fianco a fianco col campione Klose: per la prima volta nella storia, argento e oro mondiali in gol con la stessa maglia.



IL FUTURO


Bentornato (al) volante, Biglia, dopo un mese di stop. Da Firenze guida la risalita biancoceleste: è proprio il Principito azzurro di Pioli, che ieri lo applaudiva in privato a Formello: «E' merito della fiducia del tecnico - giura l'agente Montepaone - se Lucas sta dimostrando d'essere uno dei registi più forti d'Europa. In caso di nuove offerte del Real o altre big? Nel calcio può succedere di tutto». Lotito e Tare dovranno blindarlo, ora che il centrocampo è la vera arma della Lazio. Al fianco di Biglia, monumentali le prove di Lulic e Parolo, col vizio del gol, ma perfetti anche in chiusura. Nelle due fasi danno sicurezza persino alla difesa. Che, ormai è ufficiale, ha riscoperto Cavanda (12 palloni recuperati e 7 anticipi) e riabilitato Ciani nei disimpegni (5) e nei duelli aerei (4 su 4). Così passa inosservata pure una scivolata. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero