Berrettini-Nadal, il romano lotta ma soccombe. Rafa lo elogia: «È già uno dei migliori del mondo»

Berrettini-Nadal, il romano lotta ma soccombe. Rafa lo loda: «È già uno dei migliori del mondo»
i complimenti più belli glieli ha fatti a fine match Nadal e sanno quasi di investitura: «Congratulazioni a Matteo, è giovane, diventerà grande,...

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i complimenti più belli glieli ha fatti a fine match Nadal e sanno quasi di investitura: «Congratulazioni a Matteo, è giovane, diventerà grande, è già uno dei migliori del mondo». Giusto, perché Berrettini merita solo applausi: per questi US Open e per come è stato in campo nella semifinale (primo italiano così avanti nello Slam newyorkese 42 anni dopo Corrado Barazzutti) contro un campione come Rafa.


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Ha vinto il formidabile mancino spagnolo, certo: 7-6 (6) 6-4 6-1 dopo due ore e 35 sotto il tetto chiuso dell'Arthur Ashe Stadium perché fuori pioveva. Ma il 23enne romano per due set ha giocato la partita che doveva giocare: aggressivo (37 vincenti contro 31 del maiorchino, ma 44 errori gratuiti contro 18) e presente con la testa e con i colpi: sapiente anche l'uso, quando era il caso, della palla corta per spezzare la ragnatela del rivale che cercava sempre di spingere sul rovescio dell'azzurro, il suo colpo meno incisivo. Senza scoraggiarsi per i turni di servizio sempre complicati e per quelli di risposta invece mai vicini a concedergli una speranza, con Rafa che non gli ha concesso una palla break. E resta pure lo spazio per qualche rimpianto: soprattutto quei due set point falliti nel tie break del primo set dopo aver salvato ben sei palle break.

Complice una falsa partenza di Nadal, Matteo era scappato 4-0, 5-2 e poi 6-4. Due set point, il primo da giocare con il servizio e vanificato da una volée complicata affossata in rete. Poi al termine di uno scambio durissimo in cui Rafa si è difeso alla disperata, è stato la smorzata a tradire Berrettini per la prima volta nel match.

Partenza complicata per Matteo nel secondo parziale: due palle break annullate in avvio per restare in scia. L'azzurro ha continuato a rischiare quasi a ogni turno di battuta, mentre Nadal ha concesso poco e nulla. Sul 3-3, inevitabilmente, è arrivato il primo break della partita in favore dello spagnolo. Nel terzo Matteo è inevitabilmente calato di intensità, ma neppure tanto. Quanto basta perché Nadal addentasse la preda senza più mollarla: quasi scontato il 6-1.

Resta il magnifico torneo giocato da Berrettini, partito come 24esima testa di serie: è tra i più forti e può restarci. Senza contare che ha solo 23 anni e migliorerà ancora. Intanto è virtualmente numero 13 del ranking Atp. La top ten è solo questione di tempo.


Nadal nella sua 27esima finale Slam (18 i titoli conquistati di cui 3 agli US Open) affronterà Daniil Medvedev, primo russo così avanti dai tempi di Marat Safin, che sul cemento di Flushing Meadows trionfò nel 2000 battendo nell'atto conclusivo Pete Sampras. Il 23enne moscovita, testa di serie numero 5, ha superato in tre set il bulgaro Grigor Dimitrov: 7-6 (5) 6-4 6-3 in due ore e 38 minuti. Medvedev è il giocatore dell'estate sul cemento americano: quattro finali di fila con il titolo al Masters 1000 di Cincinnati dove ha battuto pure Djokovic. Però a Montreal ha racimolato appena tre game proprio contro Nadal nell'unico precedente con lo spagnolo. Facile immaginare chi è il favorito. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero