Casal Bernocchi. Silveri, frattura del setto nasale dopo una testata

Casal Bernocchi. Silveri, frattura del setto nasale dopo una testata
E’ stato un finale di partita turbolento quello tra Casal Bernocchi e Passoscuro, match valido per la 20esima giornata del girone B di Prima categoria. Mancava una manciata...

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E’ stato un finale di partita turbolento quello tra Casal Bernocchi e Passoscuro, match valido per la 20esima giornata del girone B di Prima categoria. Mancava una manciata di minuti alla fine quando due giocatori avversari vengono a contatto dopo l’assegnazione di un calcio punizione a favore della squadra di casa. Successivamente si scatena un capannello e l’arbitro fischia anticipatamente la fine della gara, anche se successivamente il giudice sportivo ha omologato il risultato. Da referto, il direttore di gara ha ravvisato che il giocatore del Passoscuro Giuliano Tunno «a gioco fermo, colpiva con due pugni al volto un calciatore avversario provocandogli fuoriuscita ematica dal naso».

 
Il giocatore colpito è il capitano del Casal Bernocchi Claudio Silveri, tra l’altro espulso anche lui e squalificato per due giornate (non c’è motivazione nel comunicato): ha riportato la frattura del setto nasale ed è stato operato in settimana. A parlare della vicenda è il presidente del Casal Bernocchi Nello Carnaroli. «Mi preme dire, innanzitutto, che la società ospite si è messa subito a disposizione e ha stigmatizzato l’accaduto. Noi vogliamo solo ribadire che il calcio deve tornare ad essere vissuto come un gioco e non deve essere viziato da atti di violenza gratuiti». La versione dei fatti del presidente è diversa da quella del comunicato.
 

«E’ grottesco che il nostro capitano abbia avuto anche due giornate di squalifica. Dopo un calcio di punizione, evidentemente i ragazzi sono entrati a contatto e nella trance agonistica quello ospite ha dato una testata al nostro giocatore. Da lì si è scatenato un capannello e l’arbitro ha deciso di fischiare la fine. Noi non faremo ricorso sull’esito della gara, vogliamo solo ribadire che il calcio dev’essere ricondotto a quello che è, vale a dire uno sport. Siamo vicini al nostro capitano che ha perso anche qualche giorno di lavoro e che è comprensibilmente sotto shock per l’episodio. Se vorrà adire alle vie legali non lo sappiamo ancora, ma cercheremo di ricondurre il tutto su binari più sereni, sperando che il ragazzo che ha compiuto il gesto possa capire la lezione». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero