Il titolo di Sport, quotidiano vicino alle vicende del club, rende l'idea dell'aria che si respira al Barcellona: la scritta «Tsunami» campeggia a tutta...
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L'emergenza infortuni e la penuria di attaccanti (stagione finita per Dembelé e Suarez) sembrano passare quasi in secondo piano di fronte alle invettive del giocatore più forte del mondo, che ha risposto piccato alle dichiarazioni troppo critiche di Abidal nei confronti della squadra ai tempi di gestione Valverde. Il francese ha parlato di squadra «svogliata» e di atteggiamento «troppo morbido», e di giocatori «insoddisfatti» dell'allenatore. Messi su Instragam è passato al contrattacco, invitando a «farsi carico delle proprie decisioni, in modo da evitare di "sporcare" tutto il gruppo». Messi, mai così inviperito, ha chiesto di «fare i nomi», altrimenti si «alimentano cose non vere».
Il morale della Pulce stride con gli obiettivi del presidente Bartomeu, che ha più volte ribadito di essere preoccupato dell'umore del giocatore più forte del mondo («dobbiamo preoccuparci che con noi sia sempre felice, in modo che non possa mai andar via») che, a ogni fine stagione, un contratto "aperto" col Barça gli permette di trovarsi nella posizione di svincolato. A questo punto, nell'attesa di un chiarimento, i tifosi temono che l'asso argentino possa togliere polemicamente il disturbo e chissà - in quel caso - quanti club farebbero a gara per contenderselo.
L'allenatore Quique Setien ha liquidato la questione, nella conferenza stampa alla vigilia del match nei Paesi Baschi contro l'Athletic Bilbao, dicendosi preoccupato più «dall'infortunio a Dembelé che dal disagio di Messi, nelle sue vicende non mi intrometto» che, peraltro, ha «visto bene, sorridente e con una gran voglia di lavorare». «Cercherò in tutti i modi di non influenzare il gruppo - ha detto il tecnico dei blaugrana -. L'importanza della partita di domani e l'obbligo di qualificarci sono le cose che più mi interessano, il resto non mi riguarda. L'unica cosa che conta è dare ai giocatori gli strumenti necessari per sviluppare quello che hanno dentro. In tutti i club del mondo ci sono problemi, ma ci sono cose che non posso gestire, io preferisco parlare di calcio. Naturalmente vorrei avere più giocatori a disposizione e mi sarebbe piaciuto avere Carles Perez a disposizione». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero