Barcellona al crepuscolo, Messi non basta più

Barcellona al crepuscolo, Messi non basta più
«È un bagno di realismo. Loro sono stati superiori, sono una squadra più completa. Noi siamo una squadra in transizione»: reagisce così...

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«È un bagno di realismo. Loro sono stati superiori, sono una squadra più completa. Noi siamo una squadra in transizione»: reagisce così l’allenatore del Barcelona, Ronald Koeman, il giorno dopo la batosta sofferta dai blaugrana al Camp Nou (1-4) con il Psg, nella partita di andata degli ottavi di Champions che molto probabilmente chiude per il club catalano la partecipazione alla competizione europea. Troppi errori e nervosismo, con la ramanzina fatta dal difensore Gerard Piqué ai suoi compagni in mezzo al campo, rimproverandoli di correre come matti e la risposta piccata di Griezmann, invitandolo a calmarsi. Consapevole della situazione, Koeman aveva già avvertito giorni prima che, nelle attuali condizioni, non c’è spazio «per vincere molti titoli». «Ci sono molte poche possibilità di passare» il prossimo 10 marzo nella partita di ritorno a Parigi, ammette Koeman e, a meno di un miracolo, il Barça non riuscirà a scalzare la squadra francese dalla classificazione. Sconfitta resa più amara dalle continue insistenze dei media sportivi francesi che, nelle ultime settimane, hanno ripetutamente annunciato l’imminente arrivo al Psg di Messi, fino addirittura a rappresentarlo in copertina con la maglia della squadra francese.


D’altronde, non è un mistero per nessuno che Neymar voglia da sempre ritrovarsi con l’ex-compagno del Barça a giocare nella stessa squadra, anche se il Psg ha formalmente smentito di stare dietro l’operazione mediatica per attrarre l’astro argentino in Francia. In questo periodo è solo l’allenatore del Barça a parlare per conto del club, rimasto ormai l’unica “autorità” almeno fino alle elezioni presidenziali convocate dalla giunta provvisoria dopo le dimissioni di Josep María Bartomeu, alla fine dello scorso ottobre, che si sarebbero dovute tenere lo scorso 24 gennaio e che, causa pandemia, sono state posticipate. 
IL VOTO

Le elezioni, cui sono chiamati a votare 143.500 soci, si celebreranno invece il prossimo 7 marzo, con seggi a Barcellona, Girona, Lleida, Tarragona e Tortosa e fuori della Catalogna, ad Andorra. Ma già da questo lunedì i soci del Barça possono votare per posta ordinaria. Un appuntamento atteso con impazienza dal club, per cominciare a mettere mano alla sua difficile situazione finanziaria, con debiti che ammontano a un miliardo e 173 milioni di euro, di cui 730 con scadenza a breve. E per provare a convincere il campione argentino a concludere la carriera nel Barça. I tre candidati che si sfidano per la presidenza del club, Joan Laporta, Víctor Font e Toni Freixa hanno tutti nel loro programma elettorale l’obiettivo di convincere Messi a non andarsene in una squadra avversaria a fine stagione. Laporta promette di trattenerlo, o almeno di fare di tutto in questo senso. È sicuro, forte del suo rapporto personale col campione blaugrana, che Messi ha bisogno di avere un intorno di fiducia oltre a una squadra competitiva che gli garantisca di lottare per i titoli, soprattutto quello della Champions. E forse Laporta è davvero l’unico in grado di fermarne l’andata via, ma questo si capirà solo dopo le elezioni di marzo.

 

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Il Messaggero