Otto anni fa la terra non le era affatto congeniale, si sentiva «come una mucca sul ghiaccio». Nel frattempo si è compiuta una straordinaria metamorfosi, e a Roma Maria...
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«Non è stato facile. Se avessi giocato cinque anni questa partita il risultato sarebbe stato diverso. È una vittoria speciale, non è la prima qua a Roma ma mi tornano in mente i ricordi della mia prima volta. L'Italia è un Paese speciale per me. La prima volta ero una ragazzina, non avevo idea di cosa mi sarebbe successo» ha spiegato la russa, che dopo aver vinto il suo terzo Open d'Italia ha scandito con gli applausi l'inno di Mameli e non si è scomposta quando una hostess l'ha spruzzata con uno champagne stappato troppo presto. «Questo è un torneo molto speciale e molto frequentato, anche nei giorni di qualificazioni – ha aggiunto -. Qua si respira la storia, si provano sensazioni uniche, giocando fra le statue di marmo. Spostarlo sarebbe triste».
Dopo la semifinale a Madrid e il successo a Roma, ora la Sharapova punta Parigi. «Ora sto meglio, soprattutto fisicamente. A Madrid – ha sottolineato - non ero abbastanza pronta, qua a Roma nel terzo set mi sono sentita molto meglio. Questo mi dà molta fiducia». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero