Audace, Calì e il futuro in Moldavia: «Giocare all'estero che esperienza»

Audace, Calì e il futuro in Moldavia: «Giocare all'estero che esperienza»
Un regalo di Natale. O forse un botto di Fine Anno, se preferite. Di certo, la chiamata dal calcio moldavo per Aimone Calì è stata una vera e propria sopresa. Non se...

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Un regalo di Natale. O forse un botto di Fine Anno, se preferite. Di certo, la chiamata dal calcio moldavo per Aimone Calì è stata una vera e propria sopresa. Non se l'aspettava di certo che qualcuno, da così lontano, seguisse con tanto interesse le sue geste sportive. Ma, ora che è ufficialmente arrivata la proposta di andare a giocare in Moldavia, per l'attaccante romano che dal luglio scorso veste la maglia azzurra dall'Audace Savoia si apre (letteralmente) un nuovo mondo.


Aimone, sembra che la Moldavia abbia deciso di "adottarti"...
«Sì, a quanto pare è davvero arrivata questa proposta, e ne sono davvero contento».

Giocare nei professionisti è sempre stato il tuo obiettivo, ma ti aspettavi che di te si accorgessero da così lontano?
«Giocare tra i professionisti è il sogno di tutti quelli che scelgono di giocare a calcio, ma una proposta di questa portata davvero non l'aspettavo».
 
Hai iniziato a guardare su Internet qualcosa dello Zimbru, il club che vorrebbe tesserarti? Dicono che sia un pò la Juventus moldava, con una marea di titoli in bacheca?
«Più che guardare Internet, ho parlato con Gabriel Sandu, un mio compagno di quadra romeno, che conosce quel campionato e mi ha parlato bene del posto dove dovrei andare».

Giocare in un paese così lontano e così diverso dal nostro ti spaventa?
«Confesso che preferisco esplorare un campionato e una realta calcistica diversa, com'è quella che si può incontrare all'estero, che girovagare in piccole province d'Italia, senza nulla togliere a queste belle realtà italiane, sia chiaro».

Se firmerai subito ti presenterai con un biglietto da visita di 21 reti in 16 gare... Non c'è male vero?
«Sì, ma se dovessi finire l'anno all'Audace potrei anche fare meglio, così da poter fare un grosso salto di qualità il prossimo anno. Sarebbe il mio modo di dire grazie al dg Guidi, al tecnico Greco e a tutti i compagni e lo staff della squadra. Se è arrivata questa possibilità è anche merito loro».

Come attaccante come ti definiresti? Uomo di area o attaccante a cui piace spaziare per il campo?
«Mi definisco un attaccante da area di rigore. Mi piace stare in quella zona del campo perchè sono piu vicino al goal. No, non mi piace variare per il campo». 

L'Eccellenza, sin dalle prime giornate, è sembrata un po' strettina per te?
«In questo campionato non avevo mai giocato, ma mi sono subito trovato molto bene. Certo, il livello tecnico non è altissimo, ma l'ambiente che c'è nell'Audace Savoia è stupendo».
 
Perché i club prof non hanno creduto in te finora?
«Non lo so. A Carrara, per esempio, non ho mai giocato e nessuno mi ha mai detto il motivo. Se avessi avuto pazio avrei sicuramente dimostrato qualcosa, ne sono sicuro».
 
In Italia con chi ti piacerebbe giocare. La tua Lazio, magari?
«Certamente. Tornare con la Lazio sarebbe molto bello. Ma andrebbe bene anche un altro grande club...».

In Moldavia andrai da solo o ti farai accompagnare?

«Da solo... il mondo davanti a me non mi ha mai spaventato e non lo farà di certo ora». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero