C’è una Dea che vuole restare nell’Olimpo dei grandi del calcio, dopo essersi fatta strada poco alla volta ed essere arrivata fino a Lisbona, ai quarti di...
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INFORTUNIO
Per il portiere fatale l’infortunio al ginocchio; per lo sloveno qualcosa di più profondo da cercare di risolvere al più presto per non perdere un talento capace di incantare (e il Valencia ne sa qualcosa). La Dea, però, non guarda alle assenze, ma a chi potrà scendere in campo per provare a scrivere un altro capitolo meraviglioso di questa epoca moderna.
PROGETTO AMBIZIOSO
Il merito di così tanta impresa è soprattutto della famiglia Percassi che con passione e in maniera oculata ha saputo costruire a Bergamo una realtà bellissima, da prendere come esempio. Investimenti seri e un progetto ambizioso: la giusta ricetta per dare il via a un capolavoro di questa portata, impensabile fino a pochi anni fa. Stasera per l’Atalanta sarà la notte più bella di sempre: «Non perderemo mai. O vinceremo o impareremo», ha sentenziato il Gasp. Un solo dubbio: chi sarà il prescelto tra Malinovskyi e Pasalic per affiancare Gomez? L’ucraino è in vantaggio. Servirà la migliore squadra contro il Psg, che stamattina scioglierà i dubbi su Mbappé, mentre sembra ormai certa l’assenza di Verratti (l’ex giallorosso Paredes è pronto a partire titolare). Ci saranno, però, gli altri pezzi da 90 della formazione di Thomas Tuchel: Icardi e Neymar. L’argentino conosce bene le squadre italiane; il brasiliano quando è in serata è imprendibile (e non a caso, Lionel Messi lo rivorrebbe con sé al Barcellona).
L’ARRIVO
La volontà della Dea è andare in vacanza dal 24 agosto («Speriamo di andarci il più tardi possibile», ha scherzato il tecnico dei bergamaschi), il giorno dopo la finalissima di Champions. Il percorso è ancora lungo, insidioso, ostico. Intanto, in questi giorni l’Atalanta è stata raggiunta in Portogallo (oltre al pullman ufficiale) da due furgoni carichi di materiale sportivo e riserve alimentari sufficienti per i giorni necessari delle Final Eight – dalla pasta al riso, passando per affettati e formaggio – con lo chef di Zingonia, Gabriele, e i suoi collaboratori. A Lisbona l’Atalanta si sentirà a casa: «Rappresentiamo l’Italia. Certo, non credevamo potessimo essere gli unici. Non ci aspettavamo l’eliminazione della Juventus contro il Lione, mentre il Napoli ha fatto bene ma con il Barcellona non era facile», ha concluso Gasperini. Adesso tocca alla Dea: è tutto nelle sue mani per restare nell’Olimpo. 4 Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero