Roma nervosa per un salto di qualità che non arriva

Roma nervosa per un salto di qualità che non arriva
Altra sfida con una squadra che la precede in classifica e altro flop per la Roma di Fonseca, che proprio non riesce a fare il salto necessario a portarsi stabilmente nelle prime...

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Altra sfida con una squadra che la precede in classifica e altro flop per la Roma di Fonseca, che proprio non riesce a fare il salto necessario a portarsi stabilmente nelle prime quattro posizioni di classifica che significano Champions League. Lo 0-0 contro il Sassuolo è un bicchiere molto più vuoto che pieno, nonostante l’inferiorità numerica (rosso a Pedro) per più di metà gara. Ma proprio in 10 contro 11 la Roma ha offerto la prestazione migliore di un pomeriggio che, nel primo tempo, era stato grigio. Lo scatto di nervi di Fonseca verso Maresca e il successivo post polemico di Pellegrini verso “l’ambiente” tradiscono grande nervosismo in casa giallorossa. Maresca è stato discutibile nella gestione dei cartellini (esagerato il primo giallo a Pedro che poi si rivelerà fatale e Obiang meritava il rosso); fa discutere il mani non rilevato (e non rivisto) di Ayhan su cross di Spinazzola, ma in linea con la nuova interpretazione adottata quest’anno sul “mani”. Giusto annullare al Var i gol di Mkhytarian e Haraslin. Eppure Fonseca, di solito moderato, ha imputato all’arbitro di aver «alterato la gara» e anche Dan e Ryan Friedkin erano molto irritati dalla direzione di gara. In realtà alla Roma manca qualcosa, sia a livello di organico che di mentalità per fare il salto di qualità. Così davanti allungano il passo e anche la Lazio, non bella ma vittoriosa sabato a Cesena contro lo Spezia, dovrà cambiare passo se vorrà recuperare terreno. Inzaghi è concentrato sul raggiungimento degli ottavi di Champions, che in casa biancoceleste mancano da 20 anni, dai tempi di Eriksson allenatore e Simone calciatore. Per questo il tecnico ha sacrificato qualcosa in campionato (complici anche pasticci e polemiche Covid). Ma per le romane sarebbe davvero un peccato staccarsi dal treno delle prime in un torneo dove la sensazione è che tutto può succedere.

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Il Messaggero