Roma, Friedkin: prima il closing poi il nuovo ds

Roma, Friedkin: prima il closing poi il nuovo ds
ROMA La road-map giallorossa è pronta. Lunedì è prevista la pubblicazione di nuove comunicazioni relative all’offerta del Gruppo Friedkin. Una settimana...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ROMA La road-map giallorossa è pronta. Lunedì è prevista la pubblicazione di nuove comunicazioni relative all’offerta del Gruppo Friedkin. Una settimana dopo, il 17, avverrà il closing. Inizialmente previsto a Londra, le parti stanno prendendo in esame la sede di New York, più agevole da raggiungere considerando le restrizioni dovute al Covid-19. Entro due giorni dal passaggio di proprietà, dovranno poi essere presentate le garanzie alla Covisoc per l’iscrizione al campionato e tra fine mese e i primi di settembre la Consob dovrà dare l’ok al prospetto dell’aumento di capitale, da completare entro il 31 dicembre. Qualche giorno prima, il 27, la Roma avrà ripreso l’attività e dovrebbe già conoscere il nome del nuovo direttore sportivo. 

FIGURA CHIAVE
È proprio da questa figura che si capiranno le prime mosse della Roma targata Friedkin. Toccherà al nuovo ds, infatti, l’ultima parola su Fonseca. Per intenderci: al momento, Sabatini - uno dei papabili - assicura le persone a lui vicine di non aver mai avuto nessun contatto con la nuova proprietà. Ma se questo accadesse, l’ex ds giallorosso non arriverebbe a Trigoria da solo. Almeno il tentativo di portare con sé Mihajlovic, verrebbe certamente perseguito. Discorso simile per quello che rimane il sogno dell’ad Fienga: Paratici. Ipotesi che appare impraticabile visto che in caso di divorzio il dirigente vorrebbe vivere un’esperienza all’estero (Manchester United). Senza contare che in serata ha confermato a Sky la sua permanenza alla Juve: «Io rimango qui. La Roma? È un club molto importante, ma io sono qui da 10 anni e mi trovo benissimo». Apparentemente confermato, quindi, nonostante la decisione di esonerare Sarri, scelto da lui. Tecnico che la Roma considerava una prima scelta anche lo scorso anno, prima d’incassare i no in sequenza di Conte, appunto Sarri, Gasperini e Mihajlovic, il quale rivelò di «esser stato molto vicino ad allenare la Roma, poi ho capito che dal punto di vista ambientale loro non erano pronti per certe cose. Io lo ero, loro invece no. Quindi ho rifiutato». Con lo scudo-Sabatini a proteggerlo, le cose sarebbero diverse. Ma la corsa alla poltrona di ds non finisce qui. Perché ha qualche chance di tornare a Trigoria anche Pradè che attraverso canali diversi dai potenziali competitor, spera nella chiamata. Outsider rimangono Berta e Giuntoli. Tornando alla panchina, suggestione dalla Spagna dove accostano Pochettino ai giallorossi.
CLUB BLOCCATO

Intanto lo stand-by dovuto al closing non agevola la macchinosa struttura di Trigoria. Ci sono almeno una cinquantina di operazioni minori (giovani sino ai 2004) - considerando anche le 2-3 legate a calciatori che hanno gravitato nella rosa della prima squadra (tra questi, Fuzato al Gil Vicente, Bianda al Zulte Waregem) o sono pronti a farne parte (Pedro) - che sono bloccate ormai da settimane perché la Roma vive una fase d’interregno. Uscite che garantirebbero introiti esegui ma che comunque inizierebbero a snellire rose chilometriche. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero