«DeRossi? Nel calcio di oggi c'è poco da sorprendersi. Io sono stato fortunato ad aver vissuto la Roma come una famiglia grazie ai Sensi. C'era sentimento...
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In conclusione, poi, una battuta anche sulla fine del suo rapporto con la società e un'analisi dei problemi attuali della squadra: «La Roma non vince da tanto, noi ci siamo andati vicini anni fa, ma poi la distanza con la Juventus è addirittura aumentata invece che diminuire. La Roma non è l'Udinese, ci sono squadre che possono cambiare tanto e puntare sul valorizzare i giovani, e altre che invece hanno bisogno di giocatori pronti. Io sono andato via con molto dispiacere, non me lo aspettavo. E al mio posto non è arrivato certo Xabi Alonso, ma Tachtsidis. Tra le varie difficoltà, la distanza del presidente conta tanto. Nel calcio è importante che il tuo capo sia sempre presente, nelle situazioni belle e anche meno belle. Quando hanno mandato via me e quelli del vecchio gruppo, hanno detto "Ora si vince". Son passati tanti anni e mi sembra che ad andarci vicino siamo stati noi». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero