«Quando vedi una buona mossa, aspetta. Cercane una migliore». Chissà che questa massima di Emanuel Lasker, campione indiscusso di scacchi a cavallo tra...
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COSA MANCA
Una mossa che se permette alla Roma di togliersi da un pericoloso triangolo d’interessi e rappresaglie, le garantisce inoltre di avere una maggiore liquidità per completare la rosa. Perché una cosa deve essere chiara: i rinnovi in serie di Zaniolo, Under e Dzeko (ora a breve si lavorerà per Pellegrini) sono operazioni che vanno applaudite e danno lustro al club. Ma non bastano a rendere la squadra più forte dello scorso anno. Numericamente manca ancora il sostituto di El Shaarawy e l’acquisto di Cetin - anche se avesse ragione Petrachi nel ritenerlo già pronto per far parte della rosa dei centrali - non è sufficiente, insieme all’arrivo di Mancini e alle permanenze di Jesus e Fazio, per sopperire all’assenza di Manolas. Serve un centrale di spessore, «esperto e veloce», volendo utilizzare le parole di Fonseca. Che possa riaprirsi a sorpresa il canale per Alderwereild, scongelarsi la pista Lovren o andare in scena l’ennesimo colpo di scena con l’acquisto di Nkoulou (o Lyanco), poco importa. Fondamentale è che arrivi. In difesa si sta lavorando all’uscita di Santon. A quel punto l’arrivo in prestito di Zappacosta dal Chelsea (più difficile, per costi, Hysaj) garantirebbe alla Roma di migliorare sugli esterni difensivi e all’occorrenza di poter alzare Florenzi nella linea dei trequartisti. Rischia invece di restare un sogno Almendra: servirebbe l’addio congiunto di Pastore, Gonalons (vicino al Rennes) e Coric. Ipotesi al momento remota. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero