Ciro Immobile e Cesare Prandelli sono i volti italiani della notte della Champions League, Juventus a parte. Il centravanti azzurro ha segnato un bel gol, mentre l’ex ct...
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Bravo Immobile, bravo davvero. Questo 24enne di Torre Annunziata comincia a tirar su la rete del lavoro degli ultimi mesi: del resto ha saputo calarsi al meglio nell’austerità del calcio tedesco, una realtà complicata specie per un italiano, è riuscito a convincere pure la più feroce delle critiche al ritmo di gol e di prestazioni ineccepibili e, stasera, ha firmato il secondo sigillo europeo nell’arco di poche settimane. D’accordo, ha offerto prove migliori in Europa piuttosto che in Bundesliga ma il paradosso, se mai, accresce il valore di un giocatore lasciato partire dalla serie A forse con un’eccessiva leggerezza (LA CRONACA).
Per dirne una: quanto sarebbe servito Immobile stasera alla Juventus? Eppure non era complicato intuirne il pregio, dato che a maggio, non certo vent’anni fa, si è laureato capocannoniere del nostro campionato con 22 reti. Oggi Ciro ha fulminato l’estremo rivale Proto dopo appena 2’50” di gioco, formidabile, indovinando il destro dal cuore dell’area con la valanga del portiere ormai montante. E lo ricorderete, il 16 settembre, aveva sbloccato il risultato della sfida con l’Arsenal al debutto europeo, un altro ricordo da custodire per la vita.
Al contrario, il Galatasaray di Prandelli, come detto, si è dimostrato una squadra impresentabile. Quattro gol incassati dall’Arsenal e sarebbero potuti essere di più (LA CRONACA) .
La rosa ha petali nobili, per tutti Sneijder, Dzemaili, Burak Yilmaz, Melo, Muslera e Pandev, sì l’ex laziale, ma l’impianto stenta e le trame evaporano al primo ostacolo. Va da sé che il quinto posto occupato ora nel campionato turco è una sorta di onta. Il presidente del club Unal Aysal si è dimesso pochi giorni fa: e, adesso, pure Prandelli dondola sul filo. Se il quadro non precipiterà d’improvviso, Prandelli e Immobile duelleranno nel prossimo turno di Champions, sia pure a breve distanza: il 22 ottobre è già cerchiato col rosso. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero