Arbitri, con i big in uscita serve un ampio ricambio generazionale

Arbitri, con i big in uscita serve un ampio ricambio generazionale
Un’altra contraddizione. Una delle tante nelle quali rischia di naufragare la classe arbitrale, che non fa in tempo a respirare che torna subito in debito di ossigeno. Ieri,...

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Un’altra contraddizione. Una delle tante nelle quali rischia di naufragare la classe arbitrale, che non fa in tempo a respirare che torna subito in debito di ossigeno. Ieri, all’Olimpico, si è aperto l’ennesimo “casus belli”, determinato dalle decisioni della coppia Manganiello-Pairetto (il primo in capo, il secondo al Var) due degli arbitri più deludenti in forza alla Can A.


Entrambi si “permettono” di riscrivere il regolamento, dando spazio alla prassi a dispetto della regola, secondo linee interpretative dell’Aia che, è bene ricordarlo, non sono regole. È accaduto in occasione del calcio di rigore sbagliato su Babacar in Lazio-Lecce, sulla cui respinta ha poi fatto gol Lapadula. Gol convalidato da Manganiello, poi annullato da Pairetto che legge sul video il busto di Lapadula nell’area di rigore prima che Babacar calci il tiro dagli undici metri. Decisione corretta, ma che “cozza” con la presenza in area di altre tre calciatori della Lazio. Anche questa una presenza irregolare che avrebbe dovuto spingere Manganiello (che è quello che ieri aveva l’ultima parola) ad annullare sì la rete, ma anche a far ripetere il calcio di rigore. La decisione del torinese viene “giustificata“ dall’Aia con la prassi (con la quale si intende punire più l’attaccante che il difensore) scritta nelle linee interpretative che dovrebbero aiutare gli arbitri e non indurli a creare ulteriore confusione.


L’episodio di ieri, al di là del parere delle parti, alimenta la convinzione che ormai il regolamento è sempre troppo interpretabile (e quindi soggetto a polemiche) con la classe arbitrale che sta entrando in grande confusione. Ne è esempio anche il momento no di Irrati (a proposito di declino...) che a Genova commette lo stesso errore di due settimane fa a Udine: sbaglia colore del cartellino per un fallo su chiara occasione da gol. Ferrari, infatti era da rosso e non da giallo (su Fazio fece il contrario) segnalando la vicinanza di un compagno del doriano, che solo lui vede, in occasione della trattenuta del difensore sulla ripartenza di Barrow dell’Atalanta. Senza dimenticare che Irrati si sbaglia a fischiare con un minuto di anticipo la fine del gioco nel primo tempo, salvo poi chiedere scusa e far riprendere il gioco per 60 secondi... Due segnali che non dovrebbero essere sottovalutati da Rizzoli e che, al tempo stesso, dovrebbero spingere Nicchi a chiedere la revisione del regolamento Aia in termini di “promozioni”: in questo momento di ricambio generazionale, due sole uscite non bastano più.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero