Fabio Maresca: «Il Var è una manna dal cielo. Arbitri destinati al professionismo? Anche per noi l'impegno è notevole»

Il fischietto della sezione di Napoli è vigile del fuoco: «Tra raduni e gare siamo molto occupati, specialmente noi internazionali. In Italia vogliamo fischiare il meno possibile, ma dipende anche dai calciatori»

Fabio Maresca: «Il Var è una manna dal cielo. Arbitri destinati al professionismo? Anche per noi l'impegno è notevole»
Fabio Maresca, arbitro internazionale della sezione di Napoli e fischietto della Supercoppa Italiana di Riad tra Milan e Inter è stato ospite della trasmissione Radio...

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Fabio Maresca, arbitro internazionale della sezione di Napoli e fischietto della Supercoppa Italiana di Riad tra Milan e Inter è stato ospite della trasmissione Radio Anch'io Sport su Rai Radio 1. È stata l'occasione per fare il punto sull'utilizzo del Var da parte della classe arbitrale, e sull'introduzione del fuorigioco semi-automatico: «Ora il Var è diventato qualcosa di imprescindibile - sottolinea il fischietto - sorrido quando se ne mette in discussione l'utilizzo. È uno strumento che consente a un arbitro di correggere un errore che potrebbe incidere sul risultato, è una manna dal cielo, non può mai essere considerato un elemento di disturbo per il direttore di gara. Il fuorigioco semi-automatico invece, sarà un ulteriore mezzo per velocizzare le valutazioni e per rendere ancora più chiare le nostre decisioni. Il ruolo degli assistenti? Non rischia di essere sminuito dalla macchina, loro sono a tutti gli effetti degli arbitri aggiunti, e poi sul gol di Di Marco a Riad il guardalinee Stefano Alassio ha preso la decisione corretta, all'istante. Era difficile. La pubblicazione dei dialoghi arbitro-Var? L'obiettivo trasparenza è assolutamente condiviso, non avremo problemi ad andare in questa direzione».


  

Maresca si è anche concentrato sulle nuove prospettive della direzione del gioco: «Il calcio va verso una direzione chiara: l'obiettivo comune è avere più gioco effettivo, vedere meno interruzioni, ridurre al minimo le pause e quindi fischiare meno falli, spezzettare meno il gioco. Poi può esserci un momento della gara in cui è possibile lasciar scorrere e fischiare un poco, o un altro in cui è doveroso interromperlo più frequentemente. Noi vogliamo fischiare il meno possibile, ma dipende anche dall'atteggiamento dei calciatori e dalla cultura del campionato». Infine un commento sulla sua esperienza professionale e sulla gara in Supercoppa: «Il derby è stata una serata importante per la mia carriera. In un evento come questo si rappresenta l'intero gruppo arbitrale e quindi c'era una grande responsabilità. Se gli arbitri sono destinati al professionismo? Tra le gare, i raduni e gli allenamenti, l'impegno è notevole, specie se sei un arbitro internazionale. Io sono un vigile del fuoco, riesco comunque a conciliare la mia attività lavorativa con quella arbitrale». 

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Il Messaggero