Arbitri, Di Bello troppo incerto. Dall'Ifab nessuna novità

Marco Di Bello
Con sole quattro gare giocate (su dieci) è il Var il grande...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Con sole quattro gare giocate (su dieci) è il Var il grande protagonista del turno dimezzato. Sia sabato che ieri, due arbitri sono stati “salvati” dalle decisioni di chi stava davanti al video, mentre un terzo, Mariani, forse poteva essere aiutato a “vedere meglio” a Napoli il fallo tra Milik e Bremer. Ma se per Abisso (che convince sempre poco nelle sue direzioni di gara) all’Olimpico di Roma le sviste sono nell’ordine delle cose (i due gol bolognesi annullati per fallo di mano e posizione di fuorigioco), per Di Bello, ieri pomeriggio a Cagliari, il Var interviene a correggere un suo clamoroso errore, quello di non vedere il fallo di mano in area di Smalling, tocco che avviene proprio davanti ai suoi occhi. Ci pensa Giacomelli a richiamarlo al video per invitarlo a fischiare il fallo. Di Bello, che veniva da una fase di crescita che lasciava ben sperare (per lui), sembra stia facendo dei passi indietro. Ieri, nella gestione del match ha peccato molto, facendo degenerare la gara in un nervosismo poco comprensibile. L’arbitro brindisino si perde, oltre al rigore, anche il colpo che Cacciatore tenta di rifilare a Kalinic, passaibile di giallo, sicuramente, e forse anche di un rosso, essendo un fallo di reazione. A proposito di falli di mano, dalla riunione annuale dell’Ifab, tenuta a Dublino, sono arrivate indicazioni per determinare il punto di confine tra braccio e spalla. Mentre sul fuorigioco si sta studiando la possibilità di andare incontro a quanto Ceferin ha sostenuto, reintroducendo la cosiddetta “luce” tra i corpi del difendente e dell’attaccante. Allo studio pure la possibilità di introdurre, già alle prossime Olimpiadi (se si disputeranno...) la sostituzione temporanea, legata agli infortuni traumatici, con riferimento soprattutto a quelli alla testa. In casa Aia, intanto, è partito il valzer elettorale. Dopo le modifiche approvate dal Consiglio Federale nelle norme che regolano le elezioni dell’Aia (aumento del numero degli eletti nel Comitato Nazionale e nessun limite per le elezione dei presidenti di sezione, ma quorum del 55% per chi ha già ricoperti tre mandati), sono state fissate le date per lo svolgimento delle assemblee delle 210 sezioni presenti sul territorio italiano. Si partirà il 1 maggio, si finirà il 15 giugno: poi si procederà all’elezione del presidente. Nicchi, stavolta, avrà uno o due candidati con cui confrontarsi.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero