E’ finita con una standing ovation, sulle tribune e in campo. Spettatori e giocatori ad applaudire Andrea Rubei che oggi, superata la soglia dei 50 anni, ha giocato la sua...
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RUBEI - «Tutti noi sognavamo di poter ribaltare la sconfitta dell’andata e magari salvarci con un mio gol – ha dichiarato Rubei nell’immediato post partita, col sorriso sulle labbra – purtroppo i nostri avversari non erano d’accordo ma come dico spesso, il campo difficilmente dice bugie. Il mio addio al futsal giocato? Sinceramente non ho ancora metabolizzato, adesso più che altro mi ‘rode’ per la retrocessione ma tra qualche giorno, sicuramente a settembre quando non indosserò più gli scarpini, si farà sentire».
Difficile incorniciare un successo sopra gli altri, in 28 anni di carriera vissuta sempre sulla cresta dell’onda. «Tutte le partite giocate in Nazionale mi resteranno nel cuore – sottolinea Rubei – sarà banale ma indossare la maglia Azzurra, rappresentare il proprio Paese è qualcosa di unico e straordinario».
Un trentennio fa eravamo agli albori del calcetto, adesso si chiama futsal. E' cambiato tanto, quasi tutto e in questa “evoluzione” Rubei ha scritto pagine importanti e determinanti. «Questo sport mi ha dato tanto, io sicuramente ho dato tutto quello che avevo, finchè ho potuto – conclude -. Uno sport che è cresciuto tanto, ma ancora non è quello che potrebbe essere, sotto tanti aspetti. Le potenzialità di sicuro non mancano, ma va fatto un lavoro importante. Io sono pronto a dare una mano, a mettere la mia esperienza a disposizione. Vedremo…». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero