«Alisson Airlines» pronta al decollo. La battuta, postata su una foto che ritrae il portiere giallorosso volare da un palo all'altro intercettando in modo...
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È un perfezionista e sa per primo che, nonostante i miglioramenti già evidenti, deve ancora fare un passo in avanti nel gioco con i piedi. Un paradosso per un brasiliano ma la vita di Alisson è caratterizzata da singolarità. Basti pensare che il ragazzo dal sorriso gentile ha tolto il posto da titolare nell'Internacional al fratello Muriel, ora al Belenenses. Oppure che normalmente la Seleçao è un punto d'arrivo. Per lui invece è stata un punto di partenza che gli ha permesso di diventare il titolare della Roma.
IL NOME
Anche il nome sulla maglia, Becker, merita un capitolo a parte. Becker è un nome tedesco, come tedesche sono le origini di Alisson. Porto Alegre, infatti, capitale dello stato Rio Grande do Sul, fu fondata con il nome di Porto dos Casais nel 1742 da coloni provenienti dalle Isole Azzorre, per poi iniziare ad essere popolata soprattutto da immigrati tedeschi nel 1800. Gli antenati di Alisson, nato a Novo Hamburgo (nome che dice tutto) arrivarono proprio dalla Germania. Radici delle quali va fiero e che la Roma ha cercato di utilizzare per farlo diventare comunitario, al momento senza risultati. Con lo 0-0 del Brasile in Ecuador l'altra sera, è arrivato a mantenere la porta inviolata per la sesta volta in stagione. Anche grazie alle sue parate, la Roma ha la seconda miglior difesa del campionato e in Champions, quel pareggio racimolato contro l'Atletico Madrid, porta la sua firma. Nove parate, non una in meno, che gli sono valse la menzione della formazione settimanale della Champions e la fiducia della gente. Alisson ringrazia. Pronto a stupire nuovamente. Magari, aspettando il Napoli, già mercoledì notte contro il Cile. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero