Padre e figlio, Alberto e Daniele: i due De Rossi, le loro vite parallele raccontata al sito dell'Uefa. Il primo impegnato nel Viareggio, il secondo pronto a tornare a...
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Gli inizi:
Daniele De Rossi: “Ricordo il primo giorno che sono entrato a Trigoria. Il primo allenamento, la consegna del materiale. Cominci a vestire come i tuoi campioni, i tuoi miti. I campi d’erba e scopri un mondo sconosciuto, perché per me la Roma era una cosa che andavi la domenica a vedere, non era parte di me”.
Alberto De Rossi: “Lo portai a vedere una partita della Roma allo Stadio Flaminio, l’Olimpico era in ristrutturazione, lui aveva la passione per Rudi Voeller. Me lo ricordo come se fosse adesso”.
Le grandi sfide:
Daniele De Rossi: “Le gare che mi lasciano i ricordi migliori sono sempre le vittorie di squadra. Mai un gol mio. Ho fatto forse il gol più bello della mia carriera in un altro 7-1, quello contro il Manchester United all’Old Trafford quindi non posso dire che quella partita la ricordi con piacere, nonostante avessi fatto un gol bello. Ricordo con piacere Real Madrid-Roma dove vincemmo 1-2 e passammo ai quarti di finale, ricordo con piacere Lione-Roma 0-2, ricordo con piacere Roma-Real Madrid 2-1, tutte partite andata e ritorno dove ti giochi la vita e parti da sfavorito, come è normale che sia per una squadra come la Roma e dove abbiamo invertito il pronostico e fatto sognare i nostri tifosi”.
La passione per la Roma:
Daniele De Rossi: “Nel calcio d’oggi è un’eccezione (che giocatori come lui e Totti hanno sposato una sola causa, n.d.r.) , ci sono tante che si devono incastrare per far sì che ciò avvenga, c’è stato un momento che sia io che lui abbiamo rischiato di lasciare questi colori. Alla base c’è l’amore che abbiamo per questa squadra per questa tifoseria e soprattutto l’amore che questa tifoseria di dà indietro”.
Alberto De Rossi: “Tutto. Rappresenta il posto di lavoro, quello di mio figlio. Rappresenta una parte di me stesso molto grande, molto vasta”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero