Agnelli: «Chi sta alla Juventus deve solo pensare a vincere»

Agnelli: «Chi sta alla Juventus deve solo pensare a vincere»
«Conviene vincere sempre in Italia? Uno guarda le principali leghe europee, abbiamo quattro anni consecutivi il Bayern Monaco, quattro anni il Psg, poi in Spagna...

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«Conviene vincere sempre in Italia? Uno guarda le principali leghe europee, abbiamo quattro anni consecutivi il Bayern Monaco, quattro anni il Psg, poi in Spagna c'è un duopolio dove si inserisce l'Atletico Madrid. È normale che chi gestisce una società ha l'ambizione di vincere e noi dobbiamo averla». Sono le parole del numero uno bianconero Andrea Agnelli, a Sky Sport in '90 minuti con...#AgnelliRispondè. «Nel mio primo discorso ho usato la parola vincere cinque volte, in un discorso di tre minuti. Chi sta alla Juventus deve solo pensare a vincere. Le considerazioni sul campionato, valido o non valido sono altre, che noi lasciamo a voi opinionisti». Il presidente bianconero non interferisce però nel lavoro dell'allenatore. «Se ho mai telefonato all'allenatore per consigliare di far giocare un giocatore? Io personalmente no. Ho un rapporto ottimo con Max Allegri, ma anche prima con Conte e Delneri. Sono cresciuto negli spogliatoi e so quanto il tecnico debba essere supportato dall'attività quotidiana. Paratici e Nedved sono quotidianamente con l'allenatore, poi ci sono ruoli delicati come il mio e di Marotta ma io delego le decisioni di campo a gente più competente di me ed il tecnico ha piena autonomia».


a gestione di un club di alto livello, come quello bianconero, è cambiata profondamente negli anni. «Gestire la Juventus nel 2016 e nell'ultimo decennio è diverso rispetto a gestire una squadra di calcio prima dell'introduzione dei diritti tv. Prima c'erano 6, 7, 8 persone -prosegue Agnelli-. Quando guardiamo oggi la Juventus, siamo una grande società, con un fatturato da 350 milioni di euro, 700 dipendenti, una dimensione non più ludica. Siamo un'azienda in uno dei pochi settori in crescita. Avere un uomo di fiducia della famiglia è importante rispetto ad un manager puro, anche se abbiamo avuto grandi dirigenti che hanno fatto benissimo in Juventus o in altre società».
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Il Messaggero