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Uno veste il numero 6. L’altro il 33 che a pensarci bene, sommando i due tre, fa come totale sempre 6. Smalling e Acerbi, così diversi ma allo tempo così uguali. Il giallorosso guida silenziosa, il biancoceleste capace di toccare il fondo e poi risalire sino a guadagnarsi nuovamente la nazionale. Entrambi leader, spetta a loro fermare rispettivamente Immobile e Dzeko.
IL RILANCIO
Acerbi vive questo derby in duplice veste: come rilancio per la Lazio, ma anche per se stesso. Non è la solita stagione impeccabile per il difensore. I tifosi erano abituati bene, sempre in campo e tra i migliori, se non il migliore. Quest’anno invece, tra qualche noia ai flessori che l’ha costretto a saltare tre partite di campionato (quasi un record in negativo) e alcune prestazioni sottotono, l’immagine del centrale difensivo irreprensibile, a tratti davvero insuperabile, è stata scalfita. Senza esagerare, il muro si è un po’ sgretolato. Non è certo per questo motivo se la Lazio è l’ottava retroguardia più battuta del torneo, ma potrebbe rappresentare una delle spiegazioni. Lui, ‘Ace’, sa bene che non sta rendendo come al solito e di recente sta cercando di riequilibrare le sue giocate per tornare ad essere il punto di riferimento della squadra. Per Francesco si tratta del quinto derby. Con la Roma non ha una grandissima tradizione, sin dai tempi del Sassuolo. In quattordici incontri, appena una vittoria, due anni fa proprio nella stracittadina, quando la Lazio dominò per 3-0. Nella passata stagione si è tolto lo sfizio di segnare una rete, quel gol a dir poco strano, nato dopo una papera di Pau Lopez. Spera ovviamente di bissare, anche se gli preme di più tornare a fare una prestazione super e soprattutto fermare Dzeko, uno degli attaccanti che soffre maggiormente per come si muove in campo. Vuole battere la Roma per rilanciarsi, per riprendere il volo insieme alla Lazio, ma anche per festeggiare l’imminente rinnovo fino al 2025 per poi dedicare la vittoria e, chissà, anche una promessa di matrimonio a Claudia, il suo nuovo amore.
AMULETO SILENZIOSO
A Smalling, invece, è toccato prima l’amico Lukaku e ora Immobile.
Il Messaggero