Da Muro a normale parete. Da un rendimento pazzesco, con de Ligt il più forte centrale della serie A, ad una lenta e preoccupante discesa. Un dietrofront nelle performance...
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IL RISCATTO
In allenamento non è cambiato nulla. L’impegno è addirittura maggiore, durante il lockdown ha fatto tutto quello che era programmato sempre in maniera seria e senza mai saltare una seduta di lavoro. Eppure, la condizione non è quella di gennaio o febbraio. All’inizio pensava che poteva essere solo questione di ingranare un po’, giocare più gare per ritrovare ritmo e brillantezza, ma i risultati non hanno aiutato. Adesso è il momento di reagire, ne ha parlato con i compagni e con l’allenatore. Sente che Udine possa rappresentare una piccola svolta per salvare il salvabile e rimettersi in carreggiata sia dal punto di vista personale, sia per la Lazio stessa. «Restiamo concentrati, ci aspettano ancora tante battaglie», la scossa del difensore a se stesso e a tutta la squadra. Già da questa sera è pronto a caricarsi sulle spalle il reparto e fare la partita perfetta. Ci saranno i soliti momenti di tensione con Strakosha e Luiz Felipe che magari non tiene la linea, ma quello fa parte del pacchetto e del modo di stare in campo di Acerbi.
TUTTO CONFERMATO
Insieme al numero trentatré in difesa ci saranno Luiz Felipe e Radu, mentre a completare la formazione il ritorno in mezzo al campo di Cataldi, con Luis Alberto e Milinkovic a fare le mezzali. Sul regista, in realtà, Inzaghi ha ancora qualche dubbio, ma Danilo (che non sta ancora benissimo) col Sassuolo è entrato bene e con lui il gioco è più veloce e imprevedibile rispetto a quando si muove Parolo. Sulle fasce Lazzari e Jony, con Djavan Anderson pronto a subentrare e ad avere l’occasione giusta. In attacco Caicedo e Immobile. A Udine per ripartire, altrimenti sono davvero guai.
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Il Messaggero