"Who is America?", dopo Borat il ritorno della satira di Sacha Baron Cohen

"Who is America?", dopo Borat il ritorno della satira di Sacha Baron Cohen
Un provocatore sfrontato e politicamente scorretto a caccia di ipocrisie nel cuore di un'America divisa: l'attore britannico Sacha Baron Cohen torna in tv con...

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Un provocatore sfrontato e politicamente scorretto a caccia di ipocrisie nel cuore di un'America divisa: l'attore britannico Sacha Baron Cohen torna in tv con 'Who Is America?', in onda su Sky Atlantic da lunedì

15 ottobre alle 23.15 e disponibile su Sky On Demand.

La serie Showtime, presentata oggi a FeST - Festival delle Serie Tv a Milano con la proiezione in anteprima dei primi due episodi, riporta l'inventore di Ali G e Borat all'assalto delle contraddizioni della società americana, nuovamente dietro le maschere grottesche dei suoi personaggi satirici.

In queste nuove incursioni tragicomiche nella cronaca, nella società e nella politica l'attore due volte premio BAFTA e vincitore del Golden Globe interpreta personaggi come il teorico dei complotti di estrema destra Billy Wayne Ruddick Jr. o l'ex agente del Mossad ed esperto di anti-terrorismo Erran Morad, o ancora un fotografo di moda italiano con modi da playboy, uno studioso liberal dalle abitudini non tradizionali, un ex galeotto divenuto artista degli escrementi e uno youtuber finlandese.

Dietro questi alter ego esagerati, volutamente messi in scena con un umorismo al limite del trash, Baron Cohen incontra personalità politiche come il senatore ed ex candidato alle primarie democratiche Bernie Sanders, l'ex vicepresidente Dick Cheney, attivisti e lobbisti pro-armi da fuoco e i loro referenti eletti nel Congresso degli Stati Uniti: tutti quanti rigorosamente ignari di essere sottoposti ai rovesciamenti di senso, alle trovate offensive, e in generale all'abrasiva ironia dell'attore camuffato.

Riprendendo, quindi, il meccanismo reso popolare da sue vecchie incarnazioni come Borat, l'artista inglese va a fondo nelle viscere dell'era trumpiana, esponendone i paradossi e le criticità come ferite aperte. Un viaggio assurdo, oscuro ed esilarante che non risparmierà obiettivi della cronaca americana
degli ultimi mesi, come l'ex candidato al Senato accusato di pedofilia Roy Moore. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero