Operatori, registi, autori. E ancora, redattori, fotografi, organizzatori teatrali, comparse, tecnici. Il mondo dello spettacolo, con le sue maestranze, stasera, alle 19.30,...
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Riflettori accesi sulla scena dunque, ma soprattutto sul settore. «Il valore del contatto scaturito dai live show è inestimabile», spiega Penna che, con questo evento, ha voluto proporre, «un test-speranza che possa spronare gli organizzatori a ripartire e le città a ridare fiducia alle piazze, prima di tornare a godere delle strade colme di musica dal vivo». Da qui l’importanza della presenza delle maestranze in platea, insieme a interpreti, organizzatori, enti. L’iniziativa, infatti, è stata supportata da Siae - Società Italiana degli Autori ed Editori e Nuovo imaie - Collecting di Musica e Audiovisivo fondata e gestita da Artisti.
Molti i personaggi che si sono alternati in scena, da Stefano Fresi, Cristiana Polegri, Francesco Pannofino a Emanuela Rossi e Maurizio Battista, da Claudio Lippi, che ha ringraziato le istituzioni per non essere presenti, a Enrico Lo Verso, Eva Grimaldi e Imma Battaglia. Poi, Greg, Tiziana Rivale, Tony Esposito, Mariella Nava. E ancora, Massimo Di Cataldo, Roberto Ciufoli, Pablo & Pedro, Marcello Cirillo, Valeria Altobelli, Lidia Schillaci.
Articolata la scaletta, con scelte particolarmente significative. Penna, padrone di casa, si è esibito con Valeria Altobelli nel brano “Il mio canto libero” e con Massimo Di Cataldo in “Una città per cantare”. Poi, con Tiziana Rivale, Stefano Fresi e Cristiana Polegri in “Chi fermerà la musica”. Una scaletta costruita per fare spettacolo e festa nuovamente insieme, ma offrendo più di uno spunto di riflessione, tra parole e note. «Il live si può fare, se nel pieno rispetto delle norme anticontagio», afferma - e con questo spettacolo vuole dimostrare - Penna, pure in vista delle imminenti riaperture del 15 giugno, per gli spazi deputati allo spettacolo dal vivo. «Ho pensato a un momento di vera riconciliazione tra l'uomo e la musica, in quel luogo deputato che è il palcoscenico - conclude l’ideatore della serata - perché un dispositivo elettronico non può essere l'alternativa principale del nostro settore». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero