Tra ironia e tragedia, al Maggio Fiorentino il tradimento dà spettacolo

Un mari à la porte, al Maggio Musicale Fiorentino
Se amore vuol dire gelosia, quali potranno essere le conseguenze? Inaspettate e divertenti come in “Un mari à la porte” di Jacques Offenbach o sconvolgenti e...

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Se amore vuol dire gelosia, quali potranno essere le conseguenze? Inaspettate e divertenti come in Un mari à la porte di Jacques Offenbach o sconvolgenti e drammatiche come nella “Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni?


Nel teatro musicale non esiste una risposta univoca come dimostrano i due atti unici - l’uno brillante, l’altro tragico - in programma al Teatro del Maggio a partire dal 12 febbraio alle ore 20 (altre recite 14 e 21 febbraio 2019 ore 20; 17 febbraio 2019 ore 15:30).

 

Il dittico composto da Un marì à la porte e Cavalleria rusticana, in un nuovo allestimento del Maggio Musicale Fiorentino, verrà diretto dal maestro Valerio Galli con la regia curata da Luigi di Gangi e Ugo Giacomazzi.

Nelle due opere il tema della gelosia è trattato con toni diametralmente opposti. Da una parte, nell’operetta di Jacques Offenbach, eseguita per la prima volta in Italia in occasione dei duecento anni dalla nascita del compositore, il tradimento viene affrontato in maniera ironica, dall’altra, nel capolavoro di Mascagni, assume i tratti della cultura siciliana ancestrale, prendendo spunto - in questa nuova produzione del Maggio - dal Ballo dei diavoli, antica tradizione pasquale che viene replicata ogni anno a Prizzi (in provincia di Palermo).

A settembre 2019 il Maggio metterà in scena un altro dittico, una nuova produzione di
“Pagliacci di Ruggero Leoncavallo affidata ancora ai registi Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi che sarà abbinata a una nuova commissione: l’opera Noi, due, quattro… su musiche di Riccardo Panfili (regia e libretto di Elisa Fuksas).  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero