Sony riporta indietro le lancette della musica mondiale. Dopo quasi 30 anni tornerà a stampare in casa i dischi in vinile, supporto analogico accantonato nel 1989 per...
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La Sony quasi trent'anni fa decise di affidarsi all'outsourcing per la stampa degli Lp, un supporto quasi morto
dopo l'arrivo dei cd e poi della musica in streaming. Poi è iniziata irrefrenabile la risalita. A fine 2016, la vendita di
33 e 45 giri solo nel Regno Unito ha raggiunto 3,2 milioni di unità (+53%). E ha festeggiato da poco dieci anni il Record Store Day, iniziativa nata proprio nel periodo più buio di questo supporto.
Secondo il quotidiano Nikkei, in Giappone l'offerta di vinile è decisamene inferiore alla richiesta. Nel paese è in crescita il numero dei giovani che acquistano questi dischi, la cui produzione nel Sol Levante è stata pari a quasi 800mila unità nel 2016, in crescita di otto volte rispetto al 2009.
Inoltre, in Giappone ad oggi è attiva solo un'azienda, la Toyojkasei, che fabbrica vinili per conto terzi. Nel 2017, secondo il Guardian, diverse nuove fabbriche che producono vinili sono nate negli Stati Uniti, da Detroit a
Miami. Stessa storia in Europa, dove la maggior parte delle società che stampano vinili per major ed etichette indipendenti sono nella Repubblica Ceca e in Olanda. Insieme, fa notare la testata, le fabbriche europee riescono a produrre 100mila pezzi al giorno, una cifra che non soddisfa più le richieste.
Non stupisce, dunque, che Sony stia pensando di re-investire su questo supporto analogico. Il colosso discografico inizierà a stampare vinili di musica giapponese, chissà se in futuro l'iniziativa verrà estesa ad altri paesi o sarà adottata da altre etichette discografiche. Particolare da non trascurare, Sony, visto il ritorno di solchi e puntina, ha anche puntato sul re-design dei suoi giradischi.
Operazioni messa in campo anche dalla storica Technics, oggi un marchio Panasonic. La società Deloitte prevede che al mondo il fatturato legato ai dischi in vinile raggiungerà quest'anno un miliardo di dollari, mentre quello di Cd e Mp3 accuserà un calo. Un mercato che correrà parallelo a quello dello streaming, spinto da Spotfy e Apple Music.
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Il Messaggero