Tina Pica, a 50 anni dalla scomparsa l'omaggio di Napoli Teatro Festival

Tina Pica con Vittorio De Sica
Cinquant’anni fa moriva Tina Pica, grande caratterista, attrice di teatro e di cinema, formidabile “spalla” di Eduardo de Filippo, Vittorio De Sica, Totò....

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Cinquant’anni fa moriva Tina Pica, grande caratterista, attrice di teatro e di cinema, formidabile “spalla” di Eduardo de Filippo, Vittorio De Sica, Totò. Il “Napoli Teatro Festival Italia” la celebra con una mostra che si apre domani ( ore 18) dal titolo “Tina Pica 1884-1968”, curata da Giulio Baffi e realizzata dallo scenografo Luigi Ferrigno nello spazio Quartieri Airots (l’antica Chiesa della Congregazione dei 63 Sacerdoti) ai Quartieri Spagnoli.


In anteprima assoluta sarà presentato il docufilm “Fratello ricordati di Tina Pica” di Lucilla Parlato e Federico Hermann prodotto da Identità Insorgenti. La mostra organizzata da Vesuvioteatro.org, con il coordinamento di Angioletta Delli Paoli, le ricerche di Velia Basso e la collaborazione all’allestimento di Sara Palmieri e Laura Simonet, resterà aperta (ingresso gratuito) fino a domenica 8 luglio (ore 17 - 20, lunedì e martedì chiuso). «Tina Pica - sottolinea Giulio Baffi - ha lasciato il segno della sua forte personalità nella memoria di generazioni di spettatori e di attori. Le rendiamo omaggio ricordandola con una mostra ed un docufilm. Riapriamo per l’occasione l’antica Chiesa dei 63 sacerdoti, da tempo in disuso ma che diverrà a breve uno spazio teatrale e culturale. Nella Smorfia napoletana alla chiesa è attribuito il numero 84 e così ho voluto costruire questo percorso dedicato a Tina Pica attraverso 84 testimonianze, tra fotografie “di famiglia”, immagini dai set cinematografici, ritratti, locandine, articoli, copioni, oggetti appartenuti alla grande, popolare ed amata donna-personaggio. Materiali messi a disposizione dai nipoti Franco e Francesco Pica, da Gioconda Marinelli, dalla Libreria del cinema e del teatro di Napoli e da tanti altri collezionisti cui va il mio ringraziamento».


Esposti, tra gli oggetti appartenuti alla Pica (scomparsa il 16 luglio del 1968) , il Nastro d’argento ricevuto nel 1955 come migliore attrice non protagonista in “Pane, amore e gelosia” diretta da Luigi Comencini, ma anche oggetti da toeletta, alcuni cappellini («la sua passione»), il portasigarette ed il suo lungo bocchino di bachelite, fino agli occhiali di Don Anselmo Tartaglia del padre Giuseppe Pica, noto attore comico degli inizi del secolo scorso e acclamato interprete della maschera napoletana pasticciona e balbuziente. Nel docufilm raccolte testimonianze di Mario Franco, Ruggero Cappuccio (direttore del Napoli Teatro Festival), dei nipoti attori e di Baffi, che raccontano lo straordinario percorso artistico di Tina Pica, capocomica, inventrice di un linguaggio unico.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero