Un decoder che consenta una televisione che unisce tutta l'offerta video, dalla pay tv al digitale terrestre passando per l'on-demand: questo è l'obiettivo del...
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Il decoder progettato con Google è un piccolo tronco di cono nero carico di tecnologia, dal processore quadcore a una connettività wi-fi di nuova generazione che anche con una connessione adsl da 2 o 3 megabit promette streaming ad alta definizione (4K ready), l'uso di applicazioni per Android TV (come Spotify, Google Play Music o Twitch) e la funzione Google Cast per smartphone. Dietro l'integrazione del digitale terrestre, oltre al maggiore appeal generalista, anche l'idea di implementare in futuro una guida programmi avanzata in linea con lo standard DVB-T2 che includa show, serie e film dei canali free nel motore di raccomandazione rinnovato e potenzialmente la registrazione di programmi nella memoria flash da 8 GB espandibile con microSD, come spiega Giovanni Brunelli, head di TIMvision.
La scelta di aggiornare il decoder secondo Daniela Biscarini, responsabile divisione consumer dell'area multimedia entertainment di TIM, si colloca in una crescita continua del settore, che non a caso vede sempre più competitor: entro il 2020, 50 milioni di persone in Europa saranno iscritte a servizi svod come Netflix, e il 70% dei clienti ancora si affida ai decoder (Digital TV Europe Industry Survey 2016). In questo contesto TIMvision vanta una posizione di leadership in Italia (700mila utenti iscritti e attivi) e ha registrato rispetto al 2015 un +150% nel consumo mensile dei suoi contenuti: prossimamente il servizio si concentrerà sulla presentazione di nuovi film, serie e programmi junior, frutto anche di un accordo con NBC Universal. Oggi punta invece alla facilità d'uso garantite dal decoder, mentre ancora in Italia le smart tv non attecchiscono (circa il 25% di penetrazione nel mercato, ITMedia Consulting 2016). Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero