Giovani attori crescono, talenti under 30 conquistano la ribalta

Giovani attori crescono, talenti under 30 conquistano la ribalta
Cosa significa diventare adulti? Bella domanda. Edoardo Purgatori, Federica Sabatini e Jacopo Olmo Antinori provano a rispondere in “Loose Ends - Giovani Sospesi”, una...

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Cosa significa diventare adulti? Bella domanda. Edoardo Purgatori, Federica Sabatini e Jacopo Olmo Antinori provano a rispondere in “Loose Ends - Giovani Sospesi”, una pièce che sviscera amicizia, rapporti umani, conflitti generazionali, ma soprattutto il difficile passaggio dall’adolescenza alla maturità. E ci riescono bene. I tre attori under 30, che nonostante la giovane età hanno collezionato già importanti partecipazioni fra tv e cinema, sono in scena fino a domenica 31 marzo nel teatro trendy di via Giulia, nel cuore di Trastevere, diretti da Armando Quaranta. La prima, ieri sera, ha richiamato tanti giovani attori, amici dei protagonisti.

 

Tra i primi ad arrivare Alessandro Bernardini, subito nel backstage a salutare la Sabatini con cui ha condiviso il set della serie “Suburra 2”, ecco poi Haroun Fall, Enrico Maria Lamanna, Federico Mancini, Alessandra Carrillo - volto noto agli amanti delle fiction - Azzurra Rocchi, elegantissima, Teodoro Giambanco, Giulio Forges Davanzati, Francesco Siciliano, il regista Giovanni Franci, Virginia Valsecchi - figlia del produttore Pietro Valsecchi e anche lei protagonista di serie tv di successo come I Liceali - poi ancora Alberto Zoni con Valentina De Santis e l’attore Vincenzo Vivienzo insieme alla creativa Brunella Iorio, Roberta Pitrone.

Il foyer è un vociare incuriosito, tra spritz e bollicine, mentre in sala il silenzio lascia ben presto spazio al racconto di un’intera generazione alle prese con un bivio esistenziale. In platea ecco anche Andrea Purgatori, papà di Edoardo che sul palco dà vita a una delle sue interpretazioni più intense, e tra le prime file si riconoscono Cinzia Mascoli, Fiamma Satta e l’attrice Cristina Golotta accanto alla regista e artista visiva Agnese Ricchi. La sala si trasforma in un appartamento di Monteverde, rifugio e cassa di risonanza di tre ragazzi e delle loro vite. Giovani emarginati che a causa dell’assenza emotiva dei genitori si ritrovano ad affrontare da soli la confusione di un’età difficile.


Droga, eccessi e sregolatezza, ma anche incoscienza, voglia di riscatto e amore, soprattutto. Un viaggio introspettivo e generazionale che i protagonisti fanno sapientemente loro, non lasciando marginale nella storia il ruolo di questa città. «Raccontiamo il confuso passaggio dall’adolescenza all’età adulta - racconta Purgatori - ambientato a Roma, che con i suoi luoghi e le sue contraddizioni la rendono unica. Volevamo dimostrare che se dei ragazzi hanno voglia di fare, se hanno qualcosa da dire e se si mettono insieme e collaborano, tutto è possibile».
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Il Messaggero