Tamara de Lempicka, al Palazzo Forti di Verona le opere di una pittrice rivoluzionaria

Tamara de Lempicka, al Palazzo Forti di Verona le opere di una pittrice rivoluzionaria
Quando si nomina Tamara de Lempicka (Varsavia, 16 maggio 1898 – Cuernavaca, 18 marzo 1980) si pensa subito alla spregiudicatezza, alla trasgressione, all’indipendenza e alla...

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Quando si nomina Tamara de Lempicka (Varsavia, 16 maggio 1898 – Cuernavaca, 18 marzo 1980) si pensa subito alla spregiudicatezza, alla trasgressione, all’indipendenza e alla modernità, divenute il marchio di fabbrica di una delle più amate e invidiate artiste del Novecento.






Le pose eleganti e da diva che assumeva davanti la macchina fotografica o che immortalava sulla tela, ce la fanno percepire come un personaggio surreale, da romanzo o da film: in realtà Tamara è stata una figura femminile, in carne e ossa, che ha fatto scuola imponendo un modello di donna nuova, emancipata, disinibita e libera. Una vera rivoluzionaria.



Della sua mano, allenata fin da giovanissima, si apprezza il movimento deciso che dà forma alle sinuose figure femminili, caratterizzate da acconciature ricercate che incorniciano volti illuminati da accesi rossetti. Ma Rosalia Gurwik, questo il vero nome della pittrice, si è mossa con disinvoltura anche nei panni di attrice in due brevi film del 1930 e del 1932: il primo la coglie in compagnia della sua storica amante, Ira Perrot, in giro per Parigi; il secondo esplora il suo studio e racconta la vita quotidiana di Tamara, tra lavoro, solitudine e cura della propria immagine.



È sempre impegnativo allestire una mostra dedicata a un personaggio di tale spessore. Nel raccontare l’eccezionale avventura artistica di de Lempicka si cimenta, adesso, il Palazzo Forti di Verona (sede di AMO, Arena Museo Opera), che le dedica la mostra Tamara de Lempicka nelle belle sale del Piano Nobile.



La retrospettiva, aperta fino al 31 gennaio 2016, espone 200 opere tra olii, disegni, fotografie, acquerelli, video e abiti dell’artista. Spiccano tra questi alcuni capolavori come Ritratto di Madame Perrot (1931-1932), La sciarpa blu (1930), La bella Rafaëla (1927), i quadri “scandalosi” raffiguranti le amanti di Tamara, e i nudi sensuali che l’hanno resa famosa in tutto il mondo. Accompagnano il visitatore durante il percorso una selezione di brani dei tempi e dei luoghi della protagonista: dalle canzoni che amò alle composizioni d’avanguardia degli anni Venti, nate in quella Parigi che fu il palcoscenico del suo successo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero