Lo swing proibito di Natalino Otto

Lo swing proibito di Natalino Otto
Anche se ascoltato ai giorni nostri potrebbe fare un po' sorridere, bisogna invece sottolineare come Natalino Otto fu già dagli anni Trenta un vero precursore. Dotato...

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Anche se ascoltato ai giorni nostri potrebbe fare un po' sorridere, bisogna invece sottolineare come Natalino Otto fu già dagli anni Trenta un vero precursore. Dotato di un eccellente timbro vocale, non si limitò infatti al repertorio delle "canzoncine" ma propose brani di blues e swing sulla scorta dei modelli americani, cosa che gli procurò notevoli problemi.





Nel 1934 fu scritturato da un'emittente radiofonica italo-americana di New York. Rientrato in Italia nel 1935, Otto propose, dopo qualche anno, un repertorio innovativo fortemente ispirato alla musica americana del periodo, ma si dovette scontrare con la realtà italiana, dove ogni suggestione esterofila era vietata. Fu costretto a cambiare i titoli di alcune canzoni: Saint Louis Blues fu tradotto letteralmente in Le tristezze di San Luigi (o di St. Louis, secondo le versioni), Mister Paganini divenne Maestro Paganini. L'EIAR, l'ente radiofonico di stato, non trasmetteva i suoi pezzi, definiti "barbara antimusica negra".

Escluso dalla radio, il cantante ligure si dedicò alle molte incisioni discografiche e ai molti spettacoli teatrali, sempre in stretta collaborazione con l'orchestra del grande Gorni Kramer . In poco tempo riuscì a conquistare il pubblico attraverso i suoi dischi: caso raro, se non unico per l'epoca, di un cantante arrivato al successo senza passare per la radio. I suoi pezzi swing facevano ballare gli italiani, e gli meritarono il titolo di "Re del ritmo". Otto si inserì nel filone musicale inaugurato in Italia dalla etichetta Fonit, che in barba alle disposizioni del regime Fascista, tentava di importare musica d'oltreoceano "proibita" e di riproporla anche in versione italianizzata.


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Il Messaggero