Un’epica tragedia greca di Sofocle rivisitata da giovani talenti. Il Teatro della dodicesima, di via Carlo Avolio, propone “Le trachinie 2.0 – ci scuseranno gli...
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E arriva il momento: si apre il sipario. Scenografia imponente. Tutto è pronto. Al centro del palco il coro è in posizione e alza le mani. Entrano la nutrice, Eracle, l’ancella, Illo. Poi il grande re Trachis che, con tono solenne, inizia il suo discorso e poi sviene. Si accascia al suolo, immobile. Come una pera, cade e fa un tonfo sordo. Panico. Sguardi imbarazzatissimi degli altri attori in scena. Il sipario viene calato e ora è un velatino che permette di vedere cosa succede dietro. Il regista si affaccia allarmatissimo: “e mo’ come facciamo?”. Re Trachis non si risveglia, la sala è piena e c’è un produttore che potrebbe far girare lo spettacolo in molti importanti teatri italiani. Poi arriva, forse, la soluzione. Applausi. E oggi si replica. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero