Quando ha partecipato con Tina Cipollari alla quinta stagione di Pechino Express, Simone Di Matteo ha conosciuto gli effetti (positivi e negativi) della popolarità. E ora...
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Diretto da Guido Del Vento, vede in scena Alessandro Di Marco, Barbara Bricca, Cristina Colonnetti, Federico Maria Galante (volto di numerose fiction), Gabriele Planamente e Antonio Di Stefano.
Che cosa dobbiamo aspettarci dallo spettacolo L’amore dietro ogni cosa?
«Credo che vi innamorerete e che guarderete con occhi nuovi l’amore, un sentimento che tutti pensiamo di conoscere e che invece spesso siamo capaci solo di desiderare».
Dopo Roma, dove andrà in scena?
«Il calendario è in fase di definizione. Di certo saremo a Latina, Torino, Bergamo e Milano, ma le date sono destinate a crescere».
Lei che ruolo ha avuto in questa trasposizione teatrale?
«Ho curato l’adattamento insieme a Guido Del Vento, anche regista dello spettacolo, e agli attori Barbara Bricca e Gabriele Planamente».
È stato difficile adattare il libro?
«Molto più di quanto pensassi! È stato molto complesso soprattutto trasmettere la poeticità dei racconti. Devo ringraziare Guido Del Vento se alla fine abbiamo trovato la giusta chiave di lettura e se, a poco a poco, lo spettacolo si è delineato fino ad acquisire forma e armonia».
L'amore secondo Simone Di Matteo?
«L’amore per me è prima di tutto un atto di coraggio, nonché la principale arma contro la violenza e la discriminazione. In questo senso credo che amare non è solo un diritto, ma anche un dovere».
Perché?
«Perché l’amore ci rende liberi da ogni paura. Ma per amare, e quindi essere forti, occorre prima imparare ad accettarsi e a volersi bene».
Con Tina Cipollari lei ha scoperto lati positivi e negativi della popolarità...
«Dopo la mia partecipazione con Tina Cipollari alla quinta edizione del reality di Rai2 Pechino Express ho avuto un picco di popolarità. Ma non mi sono montato la testa. Anzi. Ho preso le distanze dai valori futili come fama e successo. Mi sono trovato in mezzo a un grande circo umano: un mix di adulatori, ammiratori, amici, invidiosi, haters. Non mi sono lasciato travolgere dalla situazione, però. Resto grato a chi mi apprezza. E degli altri me ne infischio».
A questo punto della sua carriera come sceglie i progetti?
«Mi crede se le dico che sono loro a scegliere me?».
Ma è vero, come ha affermato in un’intervista Alessandro Greco, che per lavorare nel mondo dello spettacolo in Italia occorre appartenere a certi giri?
«Stimo Alessandro Greco e mi spiace che non sarà valorizzato come merita. Detto ciò, ha rilasciato questa intervista dopo aver saputo che, nonostante l’ottimo riscontro ottenuto con il programma Zero e lode, la Rai non gli avrebbe affidato alcuna trasmissione nella prossima stagione. Nelle sue parole percepisco la rabbia di chi viene declassato senza motivo, a prescindere dal proprio valore. Uno sfogo, insomma. Detto questo, in Italia da sempre la politica ha influenzato i palinsesti. Ma questa ingerenza non avviene solo nel mondo della tv». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero